Ma Roberto Natale ammonisce: “Permettere l’identificazione di un bambino di 10 anni è un’ulteriore violenza”

Video shock a “Chi l’ha visto?”, Polizia sotto accusa

ROMA –  Trascinato da agenti della Polizia per essere portato in una casa famiglia secondo un decreto del tribunale. E’ accaduto a un bambino di 10 anni, davanti a una scuola padovana. Il video è stato trasmesso ieri sera durante la trasmissione “Chi l’ha visto?”.
Il capo della polizia, Antonio Manganelli, ha immediatamente disposto un’inchiesta interna per la verifica dei fatti accaduti. Il filmato integrale è stato trasmesso all’Autorità Giudiziaria per l’attività di competenza. Sul caso è intervenuto anche il presidente del Senato, Renato Schifani, sollecitando “immediati chiarimenti ed eventuali provvedimenti”. “Le immagini proiettate dalla trasmissione «Chi l’ha visto?» – ha affermato Schifani – hanno creato indignazione e sgomento in tutti noi italiani. I bambini hanno diritto ad essere ascoltati e rispettati e ogni provvedimento che li riguardi – ha ammonito – deve essere posto in essere con la prudenza e l’accortezza imposti dalla loro particolare situazione minorile”.
A chiedere “al governo di riferire quanto prima in considerazione delle richieste di informativa e delle interrogazioni parlamentari presentate in merito da deputati di vari gruppi”, il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini. Una richiesta subito recepita. Domani alle 11,30, infatti, il sottosegretario agli Interni, Carlo De Stefano, svolgerà a nome del governo un’informativa urgente sul caso.
Intanto, il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, fa sapere di aver “visto il filmato del ragazzo di Cittadella e, come tutti, sono rimasta turbata da queste immagini”, ma “prima di dare giudizi o emettere sentenze, attendo serena di conoscere il risultato dell’indagine immediatamente avviata dal capo della Polizia”.
Intanto, il padre del piccolo ha fatto sapere che il bambino sta bene. “Ho salvato mio figlio e ora sta bene, è sereno – ha detto – Ho pranzato, giocato alla playstation e poi cenato con lui e l’ho messo a letto. Non lo facevo da anni, è stata una bella emozione’”.
Di segno opposto la reazione della madre. “Non si è mai vista una cosa così in tutta Italia – ha detto la mamma del bimbo -. In altri casi in cui c’era un’ordinanza di prelievo di bambini, quando il piccolo si buttava a terra veniva lasciato stare, e se diceva che non voleva andare via, rimanevano lì. Ma qui è stato dato ordine di trascinarlo via con la forza”.
La donna sarà ascoltata dalla Commissione parlamentare per l’Infanzia. Questo caso suscita “indignazione” e induce a chiedere “provvedimenti”, ha detto la presidente Alessandra Mussolini (Pdl). “Indigna – dice all’Adnkronos Alessandra Mussolini – la modalità con cui un bambino viene allontanato da un luogo protetto come la scuola. Indigna anche l’ordinanza del giudice che parla di sindrome di alienazione parentale”. “Il bambino – fa notare Alessandra Mussolini – deve sempre essere ascoltato”.
Le immagini del video choc del bambino, prelevato con la forza da scuola per essere portato dal padre, a cui la magistratura ha dato la patria potestà assoluta, “sono parziali”, e tra l’altro non si vede che “una delle due persone che porta via il bambino è suo padre”. A fornire chiarimenti sul video è stata la Questura di Padova. D’altra parte, aggiungono, “se non ci fosse stato l’intervento pretestuoso dei familiari del lato materno con la telecamera, mirato a creare caos mediatico, forse sarebbe stato fatto il bene del bambino”.
“Una scena incredibile” l’ha definita il padre di due coetanee del bambino, che frequentano la stessa scuola e che ha assistito alla scena. “E’ stato trascinato come una bestia”, ha aggiunto l’uomo durante una telefonata al programma di RaiTre.
Ma per il Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile, Caterina Chinnici, il caso del bambino di Cittadella “è una eccezione, non è la regola e le modalità con cui si è svolto sono un’anomalia”, spiega all’Adnkronos dicendosi convinta che “il sistema di giustizia minorile, nel suo complesso funzioni, anche se indubbiamente può essere migliorato e rivisitato in alcuni settori”. (Adnkronos/Ign)
Sulla vicenda, però, il presidente della Fnsi, Roberto Natale, ammonisce: “La comunicazione può avere una fondamentale funzione civile. Una donna angosciata riesce a documentare con un telefonino l’azione violenta e sconsiderata di alcuni agenti di polizia ai danni di un bambino, e l’informazione può dare così il giusto, grande risalto ad una vicenda che appena pochi anni fa sarebbe stata messa a tacere”.
“Ma – afferma Natale – è violenza che si aggiunge alla violenza della polizia quella che sul bambino hanno compiuto i troppi media (non tutti, per fortuna e per senso di responsabilità deontologica) che hanno trasmesso il video senza preoccuparsi di rendere non identificabile il suo protagonista. Non c’era nessun bisogno di darne il nome, né di far vedere il volto.
Sarebbe stato sufficiente adottare pochi, elementari accorgimenti tecnici. La denuncia non avrebbe perso nulla della sua forza. Non se ne può più di un’informazione priva di senso del limite, che ogni volta deve fare sacrifici umani al dio spietato della spettacolarizzazione”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *