Computer inadeguati, chiuso il centralino, tagli dissennati. Il sindacato giornalisti al fianco dei colleghi dello storico giornale

Il Piccolo, la Fnsi: “Incredibili le criticità denunciate”

Carlo Muscatello

Franco Siddi

ROMA – E’ davvero incredibile che in giornali qualificati come “Il Piccolo” di Trieste, i giornalisti siano costretti allo sciopero per una serie di criticità organizzative e per la violazione di intese sugli organici concordati, a fronte di pesanti sacrifici e della ridistribuzione del lavoro dopo precedenti tagli di posti.
Lo sciopero che ieri ha impedito l’uscita del giornale a Trieste e nel territorio di diffusione della testata non è uno sfogo di colleghi rivoltosi, ma la segnalazione di una condizione non accettabile in silenzio.
Il comitato di redazione e i giornalisti de “Il Piccolo” si sono visti costretti allo sciopero anche per portare pubblicamente in luce una situazione non più accettabile.
Peraltro, la situazione di degrado organizzativo e produttivo dell’ambiente di lavoro è ritenuta dai colleghi non più tollerabile, anche alla luce di un incidente sul lavoro che solo per fortuna non ha avuto pesanti conseguenze.
La Fnsi è perciò vicina ai colleghi de “Il Piccolo” e all’Associazione della Stampa del Friuli Venezia Giulia, che li sostiene nella protesta, e si unisce a loro nel richiamo al rispetto – oltre che dei patti aziendali – degli obblighi contrattuali in materia di ambiente di lavoro e tutela della salute, ricordando specificamente la necessità di un intervento di verifica tecnica da parte della Casagit.
Nell’esprimere, quindi, solidarietà non formale ai colleghi de “Il Piccolo”, la Fnsi auspica una immediata correzione di rotta delle azioni aziendali perché siano sanati al più presto tutti i problemi denunciati, esaltando i valori di cooperazione e confronto fra giornalisti e datori di lavoro.

L’ASSOSTAMPA FVG: “IERI L’ENNESIMO EPISODIO DI UNA DISSENNATA POLITICA DI TAGLI”

TRIESTE – L’Assostampa Fvg è al fianco della redazione del Piccolo di Trieste, costretta ieri allo sciopero dall’ennesimo episodio di una lunga catena, all’interno di una dissennata politica di tagli da parte dell’editore.
Dopo le pesanti riduzioni degli organici (non è stato rispettato nemmeno l’accordo che, quasi tre anni fa, abbassava il numero dei redattori da 48 a 42: oggi la redazione è formata da 38 giornalisti, più direttore e vice), dopo aver delegato all’agenzia del Gruppo Espresso Repubblica la produzione di una parte consistente e sempre maggiore del quotidiano (anche qui l’accordo che era stato firmato con il Cdr non è stato rispettato, e le pagine sinergiche sono in numero maggiore di quello concordato), ora la dissennata politica di tagli colpisce anche la vita stessa della redazione, gli strumenti tecnici di lavoro e persino la sicurezza dei lavoratori.
Lo storico ingresso della redazione è stato chiuso, sostituito da un angusto accesso privo di portineria. Il centralino del giornale, altra “porta” della redazione nei confronti dei lettori e della città, è stato sostituito da una segreteria telefonica (che fra l’altro non permette nemmeno di collegarsi con la segreteria di redazione).
I computer e tutto il sistema tecnologico dimostrano, giorno dopo giorno, la loro inadeguatezza alle nuove mansioni – legate anche al potenziamento del sito web – a cui è stata chiamata la redazione. Ora persino un infortunio, che solo per una fortunata fatalità non ha causato gravi danni a un redattore. L’Assostampa Fvg si chiede quale sarà il prossimo gradino da far scendere, da parte dell’editore, allo storico quotidiano triestino e alla sua storica redazione.

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