Parisi (Fnsi): “Sulla stabilizzazione del giornalista, il Sindacato Giornalisti della Calabria è stato sempre attivo ed efficiente”

“Caso Campanella”, colpevole silenzio dell’Asp di Cosenza

Mario Campanella

COSENZA – “La vigente legge regionale 12/2013, oltre alle pronunce di subordinazione effettuate dall’Inpgi e dal Nucleo dei Carabinieri dell’Ufficio Provinciale del Lavoro, rendono ancora più complessa la questione di Mario Campanella, a cui dal 2008 l’Asp di Cosenza nega inopinatamente il diritto alla selezione: si tratta di una stortura per la quale invieremo una diffida ad adempiere sia al direttore generale, Gianfranco Scarpelli, che al direttore generale del Dipartimento Salute, Antonino Orlando”. Lo afferma l’avv. Antonio Testa, legale del giornalista.
“Campanella – ricorda Testa – ha i requisiti di cui alla legge 296/2006 ed ha prodotto domanda nel maggio del 2008, ricevendo solo una risposta di conciliazione non esauritasi. Voglio ricordare che la legge 12, per quanto impugnata, è vigente e che anche una eventuale dichiarazione di incostituzionalità non sarebbe retroattiva secondo i principi dell’ordinamento amministrativo”.
Di conseguenza, per l’avvocato Antonio Testa “vale per esso il principio ‘tempus regit actum’, spesso affermato dalla giurisprudenza: la sua legittimità va valutata con riferimento alle norme vigenti al momento della sua emanazione, senza che le norme emanate successivamente incidano su di esse”.
“Chiediamo – sottolinea il legale di Mario Campanella – alla Fnsi e all’Ordine dei giornalisti di intervenire sulla vicenda, giacché sia il Sindacato (per la verità sempre presente nella fattispecie) che l’Ordine (del tutto assente) hanno il diritto-dovere di intervenire. L’inadempienza dei direttori generali dell’Asp e del Dipartimento Salute, dinanzi a una legge vigente – conclude Testa – configurerebbe la violazione degli articoli 323 e 328 del codice penale, con susseguente apertura di procedimento annesso”.
Il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, vicesegretario nazionale Fnsi, ricorda che “del ‘caso Campanella’ si è occupato il Sindacato Giornalisti della Calabria, al pari dei numerosi casi di lavoro subordinato mascherato da collaborazione, che vedono protagoniste le pubbliche amministrazioni le quali tentano, così, di aggirare i concorsi”.
Carlo Parisi ricorda, infatti, che è stato il Sindacato dei Giornalisti della Calabria, con atto del 29 marzo 2008, depositato al Tribunale di Cosenza, ad aderire alle ragioni del ricorso presentato dal giornalista al Giudice del Lavoro, con un esposto di dieci pagine redatto dall’avv. Mariagrazia Mammì dell’Ufficio legale del Sindacato. E lo stesso Sindacato Giornalisti della Calabria, con atti del 9 febbraio 2009 e del 29 novembre 2010, ha chiesto al direttore generale dell’Asp di Cosenza di “attivare le procedure di stabilizzazione per la regolarizzazione della posizione lavorativa” di Mario Campanella, che ha lavorato come capo Ufficio Stampa dal febbraio 2000 al giugno 2005.
Una posizione chiara ed inequivocabile, quella del Sindacato Giornalisti della Calabria, perfettamente in linea con quella dell’Inpgi che, grazie al Servizio Ispettivo, ha accertato la natura subordinata del lavoro del giornalista.
Il Sindacato Giornalisti della Calabria, quindi, è stato protagonista di tutti i passaggi che hanno portato al riconoscimento dei diritti del giornalista che, successivamente, ha tentato la via della conciliazione assistito dall’avv. Testa.

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