Lo scatto di dignità del giornalista, assistito dal Sindacato Giornalisti della Calabria, ha dato i suoi frutti. “Basta lavorare gratis”

Il Quotidiano liquida tutte le spettanze a Sergio Notaro

Sergio Notaro

REGGIO CALABRIA – “La dignità non è un bene negoziabile!”, ha denunciato l’8 marzo scorso il giornalista Sergio Notaro in una lettera a “Giornalisti Calabria”, esasperato dal mancato pagamento di ben 23 delle 30 mensilità arretrate relative alla sua collaborazione con “Il Quotidiano della Calabria”.
“Nonostante abbia ricevuto solo una piccolissima parte dei compensi (forse ha più senso chiamarli rimborsi…) – aveva ricordato Notaro – pattuiti come da contratto, ho continuato a prestare la mia opera, utilizzando a mie spese auto e telefono personali.
 Paradossalmente, ho dovuto far fronte, assieme agli altri colleghi collaboratori, anche all’acquisto del giornale cartaceo, non avendo diritto neppure al download gratuito dal sito della copia digitale. Fin qui, tutte problematiche già risapute e più volte denunciate dal Sindacato Giornalisti della Calabria”.
Stanco di lavorare gratis, Sergio Notaro è, quindi, giunto alla determinazione di chiedere per iscritto le spettanze arretrate attraverso l’ufficio legale del Sindacato Giornalisti della Calabria, ma si è “visto – incredibilmente – interrompere la collaborazione con “Il Quotidiano” senza un giustificato motivo”.
“Un benservito di basso stile – ha commentato Sergio Notaro – che, guarda caso, giunge nel momento in cui non ho fatto altro che invocare un mio sacrosanto diritto, quello di chiedere la corresponsione dei compensi per le prestazioni effettuate”. Quindi, l’amara conclusione: “Si può ritenere questo un comportamento etico?
 Insomma, io non dovevo far valere i miei diritti. Dovevo subire in silenzio.
 Mi fermo qui. A me non resta altro che alzare la testa”.
Lo “scatto di dignità” di Sergio Notaro, assistito dall’avv. Mariagrazia Mammì dell’Ufficio Legale del Sindacato Giornalisti della Calabria, ha dato i suoi frutti. Nei giorni scorsi, Il Quotidiano della Calabria ha accreditato sul conto corrente bancario di Sergio Notaro tutte le spettanze richieste.
Certo, potrebbe obiettare qualcuno, commentando l’inqualificabile storia che ha visto protagonista il giovane giornalista reggino, nove giorni dopo aver rivendicato gli appena 1885 euro a lui dovuti per le collaborazioni prestate dal gennaio 2011 all’agosto 2012 e dal novembre 2012 al gennaio 2013, Notaro si è visto notificare l’interruzione della collaborazione con Il Quotidiano della Calabria. Ma prestare la propria opera, con serietà e sacrificio, per due o più anni gratis o quasi rappresenta la perdita di un “posto di lavoro”? E, soprattutto, per un giornalista, sfruttamento, silenzio e rassegnazione sono conciliabili con una professione che ha nella testimonianza e nella denuncia la sua ragione di essere?
“Non ci stanchiamo di ripeterlo”, sottolinea il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, vicesegretario nazionale Fnsi: “Accettare di lavorare gratis o quasi equivale a derogare al diritto di farsi pagare, sottostando, piuttosto, all’umiliazione e al ricatto. Dire «no grazie» a chi ci chiede di lavorare gratis o per pochi spiccioli è un dovere innanzitutto civico al quale non possiamo e non dobbiamo sottrarci. In caso contrario, smettiamola di definirci giornalisti”.
“Uno scatto di dignità in difesa della professione, dunque, se vogliamo davvero – conclude Carlo Parisi – che questo mestiere non sia trattato alla stregua di un hobby nel quale, nella maggioranza dei casi, a conti fatti, sono i giornalisti a pagare gli editori, considerato che, a fronte dei pochi euro ad articolo, quando vengono corrisposti, vanno sottratte le spese di telefono, carburante, tempo impiegato e, persino, l’euro speso per l’acquisto della copia del giornale per il quale si scrive”.

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