Dopo lo sciopero delle firme, prosegue la mobilitazione contro i ritardi dell’azienda che, però respinge le accuse

Agi: il Cdr chiede il reintegro di 90 giornalisti

ROMA – Dopo lo sciopero delle firme di venerdì, i giornalisti dell’Agi proseguono la mobilitazione in segno di protesta “contro il ritardo con il quale l’azienda sta procedendo alle assunzioni che, ad oltre un anno dalla fine dello stato di crisi, sono lontane dall’accordo che prevedeva il reintegro dell’organico a 90 unità”.
I giornalisti dell’Agi protestano anche “contro l’atteggiamento di chiusura che la stessa azienda e la direzione si ostinano a mantenere nei confronti dei precari «storici», che pur lavorando quotidianamente da anni per l’agenzia, vengono esclusi sistematicamente dalle assunzioni e relegati al ruolo di semplici «collaboratori».
Dal canto suo, l’azienda conferma “il pieno rispetto degli obiettivi previsti nell’accordo sottoscritto con il Cdr in relazione alle assunzioni, obiettivi che continuerà a perseguire anche nel corrente anno nonostante le difficili condizioni congiunturali e strutturali del settore dell’editoria che vive una drammatica fase di chiusure e perdite di posti di lavoro”.
L’Agi sostiene di essersi, comunque, “resa disponibile a valutare con il Cdr la tempistica delle assunzioni residue nel rispetto delle condizioni di equilibrio economico indispensabili a garantire il suo futuro sul mercato”, affermando che “la proposta avanzata dall’Azienda non è stata però accolta”.
In relazione alle assunzioni programmate, l’Agi “respingendo come palesemente infondata ogni accusa di chiusura”, ribadisce che “si muoverà come sempre nel pieno rispetto del contratto, delle norme e delle prerogative in esso sancite, al fine di assicurare le risorse professionali necessarie alla realizzazione del Piano Editoriale”.

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