Dalla querela all’azione civile. Il caso Stefano Santachiara è l’ennesima intimidazione ai giornalisti

Risarcimenti milionari per imbavagliare la stampa

Gerardo Bombonato (presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna)

Stefano Santachiara

Gerardo Bombonato

BOLOGNA – Una volta il mezzo preferito per intimidire la stampa era la querela. Ma ora il sistema si è fatto furbo e, agendo in sede civile anzichè penale, quando i giornali pubblicano notizie sgradite si chiedono risarcimenti milionari.
È quanto è successo al collega Stefano Santachiara, giornalista precario collaboratore del “Fatto Quotidiano”, al quale sono stati chiesti un milione di euro per danni per essere stato intervistato nella puntata di “Report” dell’11 dicembre scorso dedicata agli abusi edilizi e alla mala-amministrazione di Serramazzoni, comune del Modenese. Coinvolti nella citazione milionaria anche Milena Gabanelli, responsabile della trasmissione e l’autore del servizio Giuliano Marrucci.
Un malcostume che negli ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale per quantità di casi e per entità di risarcimenti richiesti, spesso del tutto sproporzionati al presunto danno ricevuto. Cifre pazzesche che nessun giornalista è in grado di pagare e nessun editore vorrà rischiare, strumenti di intimidazione preventiva, una sorta di mobbing nei confronti del diritto di cronaca.
Il meccanismo è collaudato. Si punta la pistola alla tempia dei giornalisti, soprattutto dei piccoli editori, con lo scopo di mettere pressione, ammorbidire la controparte con la minaccia di un salasso finanziario: una querela del genere può significare la chiusura di una radio, di una testata locale, di un blog…
Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna denuncia perciò queste “misure terroristiche” che limitano pesantemente la libertà d’informazione e il diritto-dovere di cronaca dei giornalisti e devastano la possibilità di fare inchieste.
Il Consiglio esprime dunque piena solidarietà ai colleghi Santachiara, Gabanelli e Marrucci e auspica una riforma della legge sulla diffamazione che riequilibri la situazione. “Non vogliamo immunità per i giornalisti che quando sbagliano devono pagare, ma chiediamo sia rimosso un oggettivo bavaglio all’informazione”.

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