I carabinieri blindano i piani dei procuratori aggiunti che indagano sulle escort e su Lavitola. Protestano Odg e Unci

La Procura di Bari mette alla porta i giornalisti

Paola Laforgia

Guido Columba

Il Tribunale di Bari

BARI – La Procura di Bari chiude le porte ai giornalisti nel momento in cui, da Roma, arrivano gli atti dell’inchiesta sulle escort e sulle somme di denaro al centro della vicenda che coinvolge il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, Valter Lavitola e Giampaolo Tarantini.
A tenere lontano i giornalisti, sono stati delegati i carabinieri, che hanno così blindato il terzo e il quarto piano del Palazzo di giustizia, ovvero rispettivamente quelli degli uffici dei procuratori aggiunti che indagano sulle escort che Tarantini avrebbe fornito a Berlusconi e sul caso Lavitola.
“Preoccupazione e disappunto” vengono espressi dall’Ordine dei giornalisti della Puglia, presieduto da Paola Laforgia, su “una scelta che impedisce ai colleghi di svolgere appieno il loro lavoro proprio in un momento in cui è massima l’attenzione sulla Procura di Bari e sugli sviluppi della complessa vicenda che accompagna l’inchiesta sulle escort e la dazione di denaro da parte del Presidente del Consiglio ai faccendieri Lavitola e Tarantini”.
L’Ordine  dei giornalisti, “consapevole della necessità da parte della magistratura di tutelare la segretezza dell’indagine”, denuncia però che “questo non può comportare che ai giornalisti venga impedito di assumere informazioni anche in relazione agli sviluppi della complicata questione procedurale sul destino dell’inchiesta stessa dopo il trasferimento del fascicolo da Napoli a Roma e poi a Bari e dopo l’astensione del procuratore Antonio Laudati”, in seguito alla quale il procuratore generale presso la Corte d’appello di Bari, Antonio Pizzi, ha affidato il fascicolo al procuratore aggiunto Pasquale Drago.
L’Ordine auspica, quindi, che “la Procura riveda questa decisione consentendo ai giornalisti, nel rispetto reciproco dei ruoli, di svolgere il loro lavoro garantendo ai cittadini una informazione corretta e completa su una vicenda che, per la rilevanza delle persone coinvolte, è certamente di grande interesse pubblico”.
Dal canto suo, l’Unione Nazionale Cronisti Italiani, presieduta da Guido Columba, esprime “preoccupazione per il fatto che oggi nella Procura di Bari non sia stato possibile l’accesso ai cronisti in alcuni uffici”.
Sottolineando “l’importanza di salvaguardare il lavoro dei giornalisti che stanno seguendo l’inchiesta sul caso Tarantini”, l’Unci sostiene “le giuste osservazioni dell’Ordine dei giornalisti della Puglia, auspicando che la Procura attui tutti quei provvedimenti necessari per consentire ai cronisti di svolgere il loro lavoro serenamente, garantendo così ai cittadini una informazione  corretta, compiuta e tempestiva  su una vicenda di interesse pubblico nazionale”.

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