Fnsi l’Alternativa boccia l’attacco del Fatto. La Fnsi rivendica la legge 150. Si dimette il portavoce della Gelmini

“Gli addetti stampa sono una risorsa preziosa”

Marco Ferrazzoli

Pierangelo Maurizio

Paolo Corsini

Massimo Calenda

ROMA – “Quando il giornalismo politico diventa militante siamo alla guerra civile, anzi alla guerra tra poveri. L’articolo sul Fatto di D’Esposito e Ferrucci, così fortemente denigratorio nei confronti degli uffici stampa istituzionali indicati  come casta, gronda malafede dall’inizio alla fine. Il pezzo lascia supporre che i giornalisti degli uffici stampa percepiscano stipendi d’oro, godano di inimmaginabili privilegi e facciano una vita agiata. Nulla di più falso”.
E’ quanto dichiarano, i consiglieri nazionali della Fnsi, componente l’Alternativa, Paolo Corsini, Marco Ferrazzoli, Pierangelo Maurizio e Massimo Calenda. “Al netto di qualche portavoce – hanno aggiunto – la cui funzione è più vicina a quella dei politici, gli addetti stampa sono l’ultimo anello, quello più debole, della comunicazione politica e del panorama dell’informazione:  si tratta, infatti, di colleghi molto spesso sottopagati, assunti frequentamente  con contratti non giornalistici, costretti a turnazioni infernali e senza possibilità di godere di straordinari,  assoggettati ai tempi e ai «temperamenti» del vertice politico, destinati a uno spoil system, ignoto a chi, come D’Esposito e Ferrucci – «forti» di un contratto sicuramente regolare – passano il loro tempo sul desk a spulciare i cv di colleghi…”.
“Peraltro quello degli uffici stampa – osservano Corsini, Ferrazzoli, Maurizio e Calenda –  è uno di pochi settori professionali rimasti vitali, nei quali molti professionisti in disoccupazioni riescono a «reinventarsi» una specializzazione e a ricollocarsi nel mercato. Motivo per cui  sia la Fnsi, sia l’Odg hanno aperto sezioni dedicate agli uffici stampa”.
“Sono fonti primarie d’informazione, spesso indispensabili per chi esercita il lavoro dall’altra parte della «barricata». Per quanto possa valere, rammentiamo che gli addetti stampa contribuiscono alla elezione dei vertici delle categorie associativo-sindacali della professione. Ma evidentemente – hanno concluso –  accecati dal furore ideologico, i due «colleghi» lo ignorano”.
Dal canto suo, il segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Giovanni Rossi, ha dichiarato che “le polemiche suscitate da un articolo pubblicato da il Fatto Quotidiano, dimostrano che c’è una assoluta urgenza di regolamentare la figura professionale degli addetti stampa pubblici il cui ruolo, peraltro, non va confuso – come spesso fanno amministrazioni e politici – con quello dei portavoce”.
Rossi ricorda che “la legge 150 del 2000 (undici anni fa!) ha previsto che una trattativa tra il Sindacato dei giornalisti e l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni ne definisse l’inquadramento. La Fnsi è ricorsa alla Magistratura ordinaria affinché quanto previsto dalla legge si realizzasse. Anche la Magistratura sentenziò che dovesse essere fatto.
Purtroppo, finora, per precise responsabilità dei sindacati confederali e dell’Aran, non è avvenuto. Se si fossero definiti gli aspetti contrattuali tutto sarebbe più chiaro ed alcuni migliaia di colleghi avrebbero avuto il riconoscimento dei loro diritti (spesso oggi sottoposti a discrezionalità ed a precarietà) mentre le Amministrazioni pubbliche avrebbero maggiore certezza relativamente a ciò che possono o non possono fare in questo settore”.
Ed in tema di portavoce, Massimo Zennaro ha rassegnato le dimissioni dall’incarico conferitole dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Interpellato dall’Ansa ha reso nota la sua “decisione irrevocabile” che lo porterà, comunque, a mantenere l’incarico di direttore generale del Miur. Le dimissioni di Zennaro sono da mettere in relazione con le polemiche sul comunicato del Miur per il superamento della velocità della luce. Polemiche riguardanti una frase che faceva riferimento ad un “tunnel” tra il Cern e il Gran Sasso.
Nel comunicato stampa del 23 settembre scorso, infatti, il Miur si congratulava con il Cern di Ginevra e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per il superamento della velocità della luce grazie “alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento” e per il quale “l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro”. Tunnel, naturalmente, inesistente, tanto che l’Ufficio Stampa del Ministero dell’Istruzione ha dovuto fare una smentita tentando, comunque, di salvare la faccia sostenendo che era facilmente desumibile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *