“Pdl Moffa incostituzionale. Con la Fnsi abbiamo convenuto di non individuare i minimi per il lavoro autonomo”

La Fieg spara sulla legge per l’equo compenso

Carlo Malinconico, presidente della Fieg

ROMA – La proposta di legge per l’equo compenso del lavoro giornalistico presenta “sostanziali profili di incostituzionalità” perché non potrebbe fare riferimento “anche al lavoro autonomo”. È il giudizio espresso, durante un’audizione in Commissione Cultura alla Camera dei deputati, dal presidente della Fieg, Carlo Malinconico. “Da un’attenta lettura delle finalità della proposta di legge – spiega – emerge il tentativo di sottrarre all’autonoma determinazione delle parti individuali l’ammontare compenso”.
La proposta di legge depositata da Silvano Moffa, capogruppo di Popolo e Territorio alla Camera, “si fonda – secondo il presidente della Fieg – sull’errato presupposto che i principi sanciti dall’art.36, primo comma, della Costituzione (relativi al diritto per il lavoratore ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro) trovino applicazione anche ai rapporti di lavoro autonomo”.
“La retribuzione attiene esclusivamente all’instaurazione e allo svolgimento di un rapporto di lavoro subordinato che si sostanzia nell’assoggettamento del prestatore al potere gerarchico, organizzativo e direttivo del datore di lavoro con conseguente inserimento del lavoratore nell’organizzazione aziendale e limitazione della sua autonomia.
Diversamente – precisa Malinconico – il compenso costituisce una forma di corrispettivo che il committente corrisponde a fronte di un’attività resa in regime di libera collaborazione professionale e che si esplica in un’attività di risultato di cui è esclusivamente responsabile il lavoratore autonomo”.
Pertanto, conclude il presidente della Fieg, “la Federazione editori e la Federazione della Stampa hanno convenuto sull’opportunità di non individuare minimi di compenso per le collaborazioni giornalistiche, dovendo le parti individuali determinare i relativi compensi”.

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