La Fnsi smentisce la Fieg circa la presunta “intesa” tra le parti di non fissare i minimi del lavoro autonomo

Malinconico si è confuso o non dice il vero

Franco Siddi, segretario generale Fnsi

ROMA – L’iniziativa parlamentare per una giusta considerazione dei problemi del precariato giornalistico, anche attraverso un processo legislativo (cosiddetto pdl Moffa e più) per l’equo compenso del  lavoro autonomo è quanto mai pertinente in relazione ai problemi di una realtà professionale estesa e oggi sofferente per la carenza di tutele e di garanzie di giusta remunerazione delle prestazioni professionali richieste.
Il problema è devastante sul piano sociale e professionale ed è rilevante anche per gli stessi meccanismi della corretta concorrenza del mercato editoriale. Non a caso Fieg ed Fnsi, proprio nella recentissima rinnovazione economica biennale del contratto dei giornalisti dipendenti, hanno riconosciuto l’esigenza di costituire una commissione bilaterale per fare un vero e proprio check-up del fenomeno al fine di adottare le più idonee misure per fare chiarezza e giustizia (almeno per quanto riguarda il sindacato) in maniera nitida e rigorosa.
Stupisce perciò, e non ci trova per niente d’accordo, quanto – secondo resoconti di stampa – avrebbe affermato, nell’audizione alla Commissione cultura della Camera sul pdl Moffa, il presidente della Fieg, Carlo Malinconico.
Individuare un giusto compenso, anche fissando dei minimi, per le collaborazioni giornalistiche è un obiettivo primario della Fnsi reso chiaro in tutte le sedi, compresa quella dell’ultimo negoziato contrattuale. Quindi non è assolutamente corrispondente al vero, ed incomprensibile, l’idea diffusa dal presidente della Fieg che ci sia un’intesa tra le parti di tipo diverso.
Vogliamo sperare che si sia trattato di un grave equivoco o di un incidente dialettico.
La Fnsi, ancora ieri con il Ministro del lavoro Sacconi e con le determinazioni della sua Giunta esecutiva e della Commissione lavoro autonomo, ha ribadito l’utilità di un indirizzo legislativo che stabilisca misure e, comunque, i binari entro i quali le parti sociali debbano definire i giusti compensi per le collaborazioni autonome giornalistiche o, in difetto, fissare criteri inderogabili di carattere quantitativo e qualitativo.
Il lavoro giornalistico autonomo ha una particolare specificità che richiede corrette, puntuali e urgenti misure legislative per evitare che un’area, sempre più vasta della produzione di informazione, sia svolta in condizione di diffuso disagio e di marginalizzazione, che non solo mortifica i lavoratori giornalisti nella loro dignità e nei loro diritti essenziali, ma  rischia sempre più di rendere meno libera l’informazione. La costrizione a situazioni di povertà estrema per migliaia di collaboratori autonomi giornalistici in molte aree del paese, si trasforma in condizioni di paura  e di illibertà.
Il sottosegretario all’editoria Bonaiuti ha già riconosciuto la rilevanza di questi problemi posti dalla Fnsi, e nei prossimi giorni, quando il sindacato dei giornalisti sarà chiamato all’audizione alla Camera, queste posizioni saranno ulteriormente e definitivamente chiarite anche in sede parlamentare.

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