Nato a Bagnara Calabra 82 anni fa, è stato presidente dell’Ordine, della Stampa parlamentare e della Rai

Commosso addio al giornalista Giuseppe Morello

Peppe Morello riceve da Ciampi le insegne di “Cavaliere Grand’Ufficiale ”

ROMA –  E’ morto ieri, a Roma, il giornalista Giuseppe Morello, “Peppe” per gli amici, già presidente della Rai, dell’Associazione Stampa Parlamentare e dell’Ordine dei giornalisti. Aveva 82 anni.
Nato a Bagnara Calabra l’8 novembre 1929, era giornalista professionista dal 6 novembre 1961. Trasferitosi dalla Calabria al Piemonte per motivi di studio, si era laureato a Torino. Dalle prime collaborazioni all’assunzione in Rai, a Roma, il passo è stato breve ed ha visto Giuseppe Morello curare diverse rubriche televisive e specializzarsi nell’informazione parlamentare  al punto da diventarne uno dei cronisti più autorevoli. Capo dei servizi parlamentari della Rai, su iniziativa dell’allora presidente Letizia Moratti, è stato prima uno dei cinque saggi incaricati di scrivere la “carta a garanzia degli utenti” della Rai. Incarico, questo, che l’ha portato successivamente al vertice dell’azienda.
Tra i riconoscimenti ricevuti da giornalista, quello di Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferitogli  conferitogli, il 27 luglio 2000, dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
Cordoglio è stato espresso dall’Associazione della Stampa Parlamentare che “ne piange la perdita ricordando che è stato già suo presidente e segretario e, nell’attuale mandato, membro del collegio dei probiviri. Tra i soci decani – si legge in una nota – ha sempre partecipato costantemente alle iniziative dell’Associazione, portando il suo sostegno e la sua esperienza, risultando un continuo punto di riferimento, esempio di correttezza ed onestà, per tutti i colleghi”.
Intensa la sua attività anche la sua attività al servizio della categoria. Consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti dal 1977, è stato presidente dal 1986 al 1989. L’Odg ne ricorda, infatti, la “figura di elevato spessore culturale e professionale” sottolineando che “la sua attività si è sempre contraddistinta per rigore, impegno e professionalità, doti che costituiscono oggi, in un momento difficile per l’informazione e il giornalismo, un valido esempio per le nuove generazioni di giornalisti”.
Autore di numerosi saggi sull’informazione e sulla comunicazione politica in Italia, si è dedicato con particolare impegno e dedizione alla formazione degli aspiranti giornalisti.
In particolare ha curato l’organizzazione e la promozione delle scuole di giornalismo in qualità di responsabile del Comitato Tecnico Scientifico del Consiglio nazionale dell’Odg”.
Il decesso è avvenuto al Policlinico “Agostino Gemelli”.

Il cordoglio della Fnsi

L’ultimo saluto a Giuseppe Morello è un momento doloroso per tutti i giornalisti italiani che lo hanno avuto ai vertici di importanti organismi professionali, che lo hanno conosciuto compagno di lavoro apprezzato e autorevole, che gli sono stati amici.
Giuseppe, Beppe, Morello è stato un giornalista che ha sempre operato in punta di penna, con rigore e misura, con grande capacità di ascolto e straordinaria abilità nel rendere le notizie al pubblico, anche quando potevano turbare qualche amico.
Professionista di primo piano, titolare di incarichi di rilievo ma capace, nello stesso tempo, di essere sempre lieve nel suo agire: sotto i riflettori quasi senza apparire. Per questo i colleghi lo hanno voluto per tanti anni alla guida dell’Associazione Stampa Parlamentare, e , ancora per più tempo, dirigente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, fino a diventarne prima Segretario e poi Presidente. Una figura istituzionale, in questo, senza aggettivi, autorevole, così riconosciuta da tutti. E per questa sua caratteristica, in un momento difficile per la vita del Paese nel passaggio dalla prima alla seconda repubblica venne chiamato a fare il consigliere di amministrazione della Rai e, in una fase di crisi ai vertici, ad assumere l’incarico di Presidente del servizio pubblico.
Un uomo della professione, delle istituzioni di categoria, profondamente rispettoso delle istituzioni democratiche del nostro Paese. Un uomo intelligente e perbene, un amico che ora ci manca – anche se lo sentiamo presente – che la Federazione della stampa saluta con affetto unendosi al cordoglio dei familiari e di quanti gli hanno voluto bene.

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