
“Antenna Sicilia e Telecolor – affermano, in una nota congiunta, Fnsi e Assostampa Sicilia – con il loro patrimonio di professionalità e conoscenze tecniche, assolute eccellenze nel panorama dell’informazione televisiva locale non solo siciliana, non possono essere penalizzate da un intervento che vede e propone i tagli occupazionali come unica soluzione possibile”.
Per questo motivo la Fnsi e l’Associazione Siciliana della Stampa, sindacato unitario dei giornalisti, si sono schierate al fianco di Cgil e Cisl, impegnati in un difficile confronto con le aziende, confermando la partecipazione dei giornalisti allo sciopero di oggi.
“Da oltre un anno – ricordano Fnsi e Associazione Siciliana della Stampa (presenti all’assemblea dei lavoratori delle due televisioni con il vicesegretario nazionale Luigi Ronsisvalle, il segretario regionale Alberto Cicero, l’intera Segreteria provinciale di Catania guidata da Daniele Lo Porto e il Cdr del quotidiano La Sicilia) – hanno chiesto al governo Lombardo, senza mai ottenere alcuna risposta, l’apertura di un tavolo che potesse affrontare per tempo il delicato passaggio dell’emittenza televisiva locale al digitale e dunque trovare soluzioni idonee alla gestione delle prevedibili crisi aziendali con le quali adesso i lavoratori devono fare i conti”.
“A fronte delle poche realtà editoriali televisive consolidate – osservano Fnsi e Assostampa regionale – il settore delle tv private in Sicilia è per buona parte un mondo senza regole dove aziende senza scrupoli alterano impunemente il mercato del lavoro, abbassando illecitamente il costo del lavoro e violando i contratti”.
Il sindacato dei giornalisti ha consegnato alla Commissione parlamentare Antimafia uno studio analitico sull’emittenza siciliana in base al quale è lecito ipotizzare storture, illegalità, soprusi ai danni dei lavoratori e indebite riscossioni di finanziamenti pubblici”.
“Appare, comunque, indispensabile in questa fase – sottolinea il sindacato dei giornalisti – che il governo regionale sappia trovare le risorse per garantire l’attivazione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori delle emittenti in crisi, ma al tempo stesso il confronto tra le aziende e i sindacati dovrà svilupparsi senza pregiudiziali, basandosi sull’esame di progetti chiari di gestione della crisi che traccino con precisione il percorso da seguire e fissino i tempi del rilancio dell’attività delle emittenti finalizzandolo al recupero dei posti di lavoro oggi messi in pericolo dalla crisi”.