Napolitano: “Giornalista combattiva, mai faziosa, donna dal forte temperamento professionale e morale”

Montecitorio: un settore stampa a Miriam Mafai

Palazzo del Quirinale, 21 marzo 2003: l’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, con Eugenio Scalfari, Franco Siddi, Miriam Mafai, Lorenzo Del Boca ed Arrigo Levi in occasione dell'assegnazione dei Premi “Saint Vincent di Giornalismo”

ROMA – I giornalisti parlamentari hanno reso omaggio ad una loro grande firma: Miriam Mafai, recentemente scomparsa (9 aprile 2012) dopo una vita dedicata alla difesa della democrazia, alla politica e al giornalismo.
La targa a lei intitolata è stata scoperta, nel pomeriggio di ieri, dal presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, alla presenza dei familiari della Mafai e dei giornalisti parlamentari con i loro organi dirigenti della Associazione della Stampa Parlamentare (Asp), dell’Ordine e della Fnsi.
Nel ricordo che è stato fatto da parte dello stesso Fini, dalla presidente dell’Asp, Alessandra Sardoni (La7), dal direttore de “la Repubblica”, Ezio Mauro, e da Maria Teresa Meli (Corriere della Sera) sono emersi i tratti salienti di quella che Fini ha definito “una personalità poliedrica” che ha saputo unire la passione politica a quella giornalistica al punto di suscitare riconoscimenti e apprezzamenti anche da parte di chi si trovava su posizioni molto diverse da lei, come fu il caso di Indro Montanelli che rese omaggio alla sua onestà e dignità.
Di “giusto riconoscimento del contributo al giornalismo e in particolare dell’informazione politica” ha parlato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio fatto pervenire all’Asp. “E’ al giornalismo che Miriam Mafai – scrive il presidente – si dedicò subito dopo aver partecipato alla Resistenza romana; e da promotrice del movimento per l’emancipazione della donna, da militante politica di forti convinzioni ma mai faziosa e da giornalista combattiva giunse a concorrere personalmente alla competizione elettorale e ad assumere responsabilità di parlamentare pur senza rinunciare al rapporto coi suoi lettori”.
Napolitano ha, altresì, definito Miriam Mafai “una donna dal forte temperamento professionale e morale” caratterizzata da “passione e rigore: un esempio da trasmettere alle nuove generazioni”.
Alessandra Sardoni, presidente dei giornalisti parlamentari, ha sottolineato che quella di dedicare una sala a Miriam Mafai è stata “una decisione rapida, unanime, sorridente come la persona cui si voleva rivolgere l’omaggio” ed è stata fatta “senza nemmeno il bisogno di dirci perché, come fosse una cosa naturale, ovvia”.
“Miriam – ha detto ancora la Sardoni – è stata la prima cronista parlamentare donna, quando anche le parole erano diverse e si diceva «resocontista» non cronista. E Miriam Mafai faceva la resocontista per l’Unità”.
Proprio questo essere donna, ha aggiunto, dà un senso particolare a “questa presidenza della Stampa parlamentare per la prima volta femminile e per questo direttivo composto per la prima volta al 50% da donne”: dunque un aspetto di genere che ha un peso.
Sardoni ha, poi, ricordato il tratto di curiosità che ha caratterizzato costantemente l’attività giornalistica della Mafai che aveva “il gusto di scrivere le notizie in quanto tali” al punto che era solita dire “bella questa, è da scrivere”.
Ezio Mauro ha parlato di Miriam Mafai, cofondatrice di Repubblica, come di una “vera cronista politica” che da un lato “ha creduto, profondamente creduto, nella politica” come “ha creduto nella sinistra, ma senza cinismo e disincanto” spesso tipico nelle persone di notevole esperienza.
Miriam Mafai, ha detto ancora Mauro, “ha testimoniato le ragioni profonde del nostro mestiere”, della “passione profonda per il giornalismo”.
Maria Teresa Meli ha, infine, sottolineato come Miriam Mafai, al di là della sua cultura politica, della sua esperienza, ha rappresentato “l’essenza del giornalismo”, ovvero della costante ricerca della “notizia” e della “verità”.

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