ROMA – La Rai continua a tenere banco nel dibattito tra i partiti. La decisione del premier Mario Monti di indicare per presidenza e direzione generale due nomi tecnici (rispettivamente Angela Tarantola e Luigi Gubitosi) crea scompiglio.
Il Pdl parla di “forzatura” e insiste nel volere la riconferma di Lorenza Lei a dg, ieri con Angelino Alfano, oggi con Fabrizio Cicchitto che, pur riconoscendo “i curricula di tutto rispetto”, “fatica a comprendere il perché di una improvvisa sostituzione di Lorenza Lei”.
“Più in generale, invece – aggiunge il presidente dei deputati Pdl – quello che è contestabile è l’ipotesi di modificare totalmente ruoli e poteri: spicca il paradosso di un fortissimo depotenziamento del Cda e dello stesso direttore generale, attraverso varie modalità, non ultima la possibilità di non passare dal consiglio di amministrazione per cifre fino ai 10milioni di euro”.
Per Cicchitto “se ciò avvenisse – avverte – ci troveremmo di fronte ad un commissariamento dell’azienda che invece deve svolgere con trasparenza, competenza ed equilibrio fra i vari poteri (Dg, presidenza, Cda, Vigilanza Rai) il proprio fondamentale ruolo di servizio pubblico”.
Già “l’indicazione del dg da parte del governo è una forzatura visto che è il Cda che formalmente lo nomina, in sinergia con l’esecutivo; pensare di snaturare del tutto gli attuali assetti rovesciando pesi e contrappesi – conclude – potrebbe diventare una forzatura inaccettabile, per cui invitiamo tutte le forze in campo ad una attenta riflessione”.
Non la pensa così il Partito democratico. “Le procedure adottate da Monti per nomina vertici sono anticipazione di una riforma dell’ordinamento del sistema radiotelevisivo”, scrive Giuseppe Fioroni in una serie di interventi su Twitter.
“Di fatto e per fortuna siamo al commissariamento, allora governo suggerisca alla Commissione un elenco di 7 garanti da eleggere nel Cda”. Per l’esponente democratico dovrebbero essere “profili alti dello stato e della società, competenti ed autonomi”.
Insomma, “Monti ha giustamente compiuto atti straordinari ora vada in fondo” e quindi il “governo proceda assumendosi le responsabilità aiutando così il Parlamento a recuperare funzione indirizzo e controllo su scelte grandi”.
Dal Governo il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, rivendica come la nomina dei vertici della Rai è stata fatta sulla base “di elementi come professionalità, esperienza, indipendenza, capacità di gestione di sistemi complessi”.
Il ministro ribatte anche all’accusa di ignoranza del mezzo televisivo da parte di Tarantola e Gubitosi. Il valore si vedrà nel momento in cui queste i nuovi vertici “si circonderanno di persone del settore e lavoreranno in team con loro”. (Adnkronos/Ign)
Il paradosso del fortissimo depotenziamento del Consiglio d’amministrazione e dello stesso direttore generale