Da oggi al 29 aprile la sesta edizione della rassegna. Oggi Grasso e Manganelli a 20 anni da Tangentopoli

Festival di Perugia: giornalismo tra tradizione e futuro

Michele Cassano

PERUGIA – C’é l’attualità e la storia recente d’Italia, a partire dai venti anni dalla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e da Tangentopoli, ma al centro della VI edizione del Festival di giornalismo di Perugia, in programma da oggi al 29 aprile, c’é soprattutto la professione del reporter, che continua a cambiare e ad aprirsi a nuovi modelli, ma resta sempre ancorata alla ricerca delle notizie sul campo.
Resta la professione di Giuseppe D’Avanzo, Giorgio Bocca, Miriam Mafai, Antonio Ghirelli, che – recentemente scomparsi – saranno ricordati come esempi per le migliaia di ragazzi che parteciperanno all’evento. Gli strumenti però cambiano: ecco allora il data journalism, cui l’appuntamento umbro dedica più di un incontro, o il citizen journalism, con i suoi dubbi deontologici. Ecco i social e i civic media, tra funzioni informative e sociali. Sullo sfondo l’andamento dell’editoria, alla ricerca disperata di nuove forme produttive, in Italia come nel resto del mondo, per sopravvivere.
Cinque giorni tra dibattiti, presentazioni di libri, proiezioni di documentari, concorsi e mostre, tutti ad ingresso libero. Oltre 200 eventi e più di 500 speaker che arriveranno a Perugia da tutto il mondo. Protagonisti operatori ed esperti dell’informazione, ma anche rappresentanti istituzionali, come il ministro della Giustizia, Paola Severino, che discuterà di etica e giornalismo con Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti.
Il sottosegretario con delega all’editoria, Paolo Peluffo, sarà fra i protagonisti, insieme al presidente della Fieg e dell’Ansa, Giulio Anselmi, dell’incontro sui cambiamenti dell’editoria. Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, parlerà del “Sud che resiste” e l’ex ministro Giulio Tremonti di euro e mass media.
Si parte oggi con temi eternamente attuali: i vent’anni da Tangentopoli, con la corruzione nei partiti tutt’altro che scomparsa, in un confronto con giornalisti esperti del campo; l’eredità di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a 20 anni dalla morte con il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e il capo della polizia Antonio Manganelli; poi Acab e Diaz, due film sulle violenze della polizia che hanno riportato al centro del dibattito pubblico il G8 di Genova, con i registi Stefano Sollima e Daniele Vicari.
Il festival è un viaggio tra le nuove frontiere del giornalismo e qui spicca il data journalism, con l’esempio trainante del Guardian. Il “Datacamp” illustrerà le opportunità e i rischi legati alle nuove dipsonibilità dei dati pubblici. La rete è, però, anche un pianeta ricco di storie: quelle raccolte nella pluripremiata piattaforma Storify, creata da Burt Herman, che sarà a Perugia insieme a Paul Lewis, che ha attirato 35mila followers in pochi giorni parlando delle rivolte britanniche. Ci sarà anche il n.2 di Wikileaks, Kristinn Hrafnsson, e un manipolo di ex pirati informatici, uniti ai giornalisti tradizionali in Hacks & Hackers.
L’appuntamento perugino è tutto un intrecciarsi di vecchio e nuovo. Il direttore de “la Repubblica”, Ezio Mauro, sarà intervistato via Twitter. Di prospettive del giornalismo partecipativo parleranno Luigi Contu, direttore dell’Ansa, e Paolo Ruffini, direttore di La7. Bruno Vespa e Enrico Mentana saranno star di “Matador, due anchorman a confronto”.
Finale con Michele Santoro, che dirà la sua sul servizio pubblico. Spazio anche allo spettacolo con Diego Bianchi e il suo ‘Tolleranza Zoro” e alla musica con Caparezza, J-Ax, Max Pezzali, Pierpaolo Capovilla e Gianmaria Testa. (Ansa). Il programma di oggi

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