L’inviata del “Nouvel Observer” colpita dalla modernità e dalla preparazione culturale dei giovani di Reggio

La giornalista Marcelle Padovani ringrazia la Calabria

Marcelle Padovani

REGGIO CALABRIA – “Non credo che Falcone e Borsellino siano stati dimenticati, il problema è se siano ricordati nel modo giusto, se la loro eredità sia raccolta”. Lo ha detto la giornalista Marcelle Padovani, del “Nouvel Observateur”, autrice del libro intervista a Falcone “Cose di cosa nostra”, intervenendo a Reggio Calabria alla Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia promossa nell’ambito del percorso “Quello che non ho”.
All’incontro, svoltosi all’Istituto Tecnico per Geometri “Righi”, hanno partecipato tantissimi studenti. Dopo aver raccontato alcuni aneddoti sugli incontri con Giovanni Falcone che hanno preceduto la realizzazione del libro, che a breve sarà ripubblicato, la giornalista francese ha ringraziato gli organizzatori per l’opportunità che le hanno offerto.
“Il rapporto con i giovani – ha detto – è sempre benefico per chi scrive da tanto tempo come me. I giovani di Reggio poi mi hanno colpita per la loro preparazione culturale e per la «modernità» delle loro domande”.
Francesco Alì del cda della Fondazione Di Vittorio ha evidenziato “quanto sia importante la memoria, sia importante ricordare gli uomini che hanno combattuto la mafia a costo della propria vita”.
Danilo Chirico, giornalista e scrittore, vincitore insieme ad Alessio Magro del premio Indro Montanelli con il libro “Dimenticati”, ha offerto in videoconferenza un contributo per la ricostruzione della memoria dei calabresi, e in particolare vittime innocenti della ’ndrangheta.
“La giornata della memoria sia istituzionalizzata – ha sostenuto – perché è attraverso il ricordo delle donne e degli uomini che hanno combattuto la ’ndrangheta, di quelli che continuano a combatterla ogni giorno e il racconto delle cose positive che succedono in Calabria che si trova un buon antidoto per sconfiggere la ’ndrangheta”.
Durante l’iniziativa, in collaborazione con Libera, sono stati proiettati su maxi schermo i nomi delle vittime calabresi della violenza mafiosa. Le conclusioni del dibattito sono state affidate a Sandro Vitale, presidente dell’Anpi. (Ansa).

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