Dalla conferenza nazionale di Reggio Calabria un nuovo input per la difesa della professione e la libertà di stampa

“Ricordiamoci che il giornalismo è un bene costituzionale”

Giuseppe Soluri, Andrea Camporese, Carlo Parisi e Franco Siddi

REGGIO CALABRIA – Un nuovo input per la difesa della professione giornalistica e la libertà di stampa è partito, dunque, dalla conferenza nazionale di Reggio Calabria su “Giornalisti: professione e previdenza, garanzie di libertà”. All’iniziativa, promossa dal Sindacato Giornalisti della Calabria, hanno partecipato assieme ad Andrea Camporese (presidente nazionale dell’Inpgi), Franco Siddi (segretario generale Fnsi), Carlo Parisi (segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e consigliere generale dell’Inpgi), Giuseppe Soluri (presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria), tutti i comitati e i fiduciari di redazione della Calabria, consiglieri nazionali e regionali di tutti gli istituti di categoria dei giornalisti, gruppi di base e di specializzazione e circoli della stampa calabresi, autorità istituzionali e giornalisti di varie regioni d’Italia, a cominciare dal decano dei giornalisti calabresi Antonio La Tella, tutti accomunati dalla ferma volontà di difendere la professione dagli attacchi esterni ed interni alla categoria. Presente, tra gli altri, anche Carmelo Moscato della Direzione nazionale delle Acli.
Aprendo i lavori, Carlo Parisi ha evidenziato che “la qualità dell’informazione non può prescindere dalla professionalità, pertanto non possono esistere giornali o emittenti radiotelevisive prive di giornalisti, ovvero di professionisti in grado di selezionare e decodificare, nell’esclusivo interesse dei cittadini, la miriade di notizie che a getto continuo confluisce nelle redazioni”. “Ipotizzare un giornale senza giornalisti – ha messo in guardia Parisi – sarebbe come pensare ad un ospedale senza medici”. “Naturalmente – ha detto ancora il segretario del sindacato dei giornalisti calabresi – la libertà di stampa e la tutela della professione passano attraverso la giusta garanzia previdenziale e assistenziale e l’adeguato trattamento economico che consentano al giornalista di lavorare senza subire il giogo del ricatto. Un giornalista senza stipendio e senza tutele – ha sottolineato Parisi – è una persona mortificata nella sua dignità umana e professionale”.
E’ su questo terreno, infatti, che il Sindacato Giornalisti della Calabria lavora da anni, con l’ausilio dell’Ufficio Legale, affidato agli avvocati Mariagrazia Mammì e Cristina Pepe, e del Servizio Ispettivo dell’Inpgi, soprattutto in difesa dei redattori fantasma e dei collaboratori esterni sfruttati oltre ogni misura e non pagati.
“Non, dunque, una conferenza celebrativa o di protesta, ma – ha sottolineato il segretario del sindacato – un’occasione di dialogo e di riflessione per la categoria che deve rispondere unita ai duri attacchi contro la professione, l’Ordine e l’Inpgi”. Dura, infine, la critica di Parisi nei confronti delle scelte fatte dall’attuale Governo che, in sostanza, cambiando le regole in corsa, tenta di cancellare con un colpo di spugna decenni di conquiste costate ai giornalisti enormi sacrifici”.
Edoardo Lamberti Castronuovo (assessore alla difesa della legalità), nel porgere il saluto dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, anche a nome del presidente Giuseppe Raffa, dopo aver evidenziato le difficoltà economiche a cui va incontro un editore, soprattutto in questa città dove le risorse pubblicitarie sono poche, ha denunciato che “spesso non vi è libertà di espressione” perché sussiste “un’informazione su ordinazione”.
A portare il saluto del Consiglio regionale della Calabria, anche a nome del presidente Francesco Talarico, è stato, invece, il vice presidente Alessandro Nicolò (vedi intervento), presente all’incontro con il portavoce Mimmo Nunnari e il capo ufficio stampa Gianfranco Manfredi. Ed a proposito di uffici stampa, nuova frontiera del giornalismo, nutrita la partecipazione in sala con il vice capoufficio stampa della Giunta Regionale della Calabria, Massimo Calabrò, il capo ufficio stampa dell’Università di Messina, Federico Fugali, il capo ufficio stampa dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Vincenzo Periti, e tanti altri colleghi tra cui il primo fiduciario di redazione eletto nelle università, Francesco Paviglianiti (Università di Reggio) ed il presidente del Circolo Vibonese della Stampa, Giuseppe Sarlo.
I momenti difficili che attraversa il giornalismo sono stati evidenziati da Mimmo Praticò, presidente regionale del Coni e per anni vicesegretario nazionale dell’Unione Stampa Sportiva, il quale ha posto l’accento sull’importanza dei giornali, definiti “ossigeno di conoscenza”.
La qualità dell’informazione è stato il fulcro dell’intervento del presidente del Corecom Calabria, Alessandro Manganaro, il quale ha auspicato “un’informazione di qualità, ovvero che metta in evidenza non solo i lati negativi della regione, ma anche le tante positività presenti. Per avere una informazione di qualità serve, infatti, una sinergia tra Inpgi, Sindacato, Ordine dei giornalisti e Corecom, specialmente in questo frangente, che vede alle porte il passaggio al digitale terrestre, il che comporta, ha evidenziato Manganaro, dare la possibilità a tutte le emittenti di adeguare e potenziare le proprie strutture.
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, ha posto l’accento sulla difesa della professione giornalistica e previdenziale, evidenziando che le “liberalizzazioni messe in atto dal governo non devono interessare i giornalisti, poiché lavoratori dipendenti e non produttori di ricchezza”. Soluri ha, inoltre, rimarcato l’importanza dei pubblicisti, parte fondamentale dell’editoria, soprattutto locale.
La grave crisi che investe anche il settore dell’informazione, è stata evidenziata dal presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese (vedi intervento), il quale ha, inoltre, illustrato lo stato patrimoniale dell’ente, che gode di ottima salute economica, grazie alla oculata gestione avuta in questi anni, che ha permesso di garantire una stabilità economica per i prossimi decenni. Camporese ha, inoltre, evidenziato che l’Inpgi è stato l’unico istituto di previdenza che ha messo in campo delle vantaggiose agevolazioni contributive, finalizzate alla assunzione di giornalisti.
Camporese, che, tra l’altro, è il presidente dell’Adepp, l’associazione degli enti previdenziali privatizzati che riunisce 25 professioni rappresentative di 2 milioni e mezzo di iscritti, riferendosi agli “adeguamenti comunitari” sbandierati dal Governo, ha sottolineato che “dall’Europa dobbiamo prendere il meglio e non solo il peggio”. In presidente dell’Inpgi ha, quindi rivendicato una “visione moderna del mercato del lavoro”, concludendo che “non dobbiamo certo vergognarci di dire che il giornalismo è un bene costituzionale”.
Mario Petrina (consigliere d’amministrazione della Casagit e presidente dei sindaci dell’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati), dall’alto della sua esperienza (è stato presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti e vicesegretario della Fnsi), ha sottolineato l’importanza di una gestione unitaria della categoria in un momento particolarmente delicato per la professione, costantemente sotto attacco della politica e dei poteri forti.
Dino Gardi (Esecutivo Usigrai e Comitato di redazione del Tgr Rai Calabria) ha, persino, rinunciato all’Esecutivo per partecipare alla conferenza (vedi intervento).
Ezio Ercole (Comitato Amministratore dell’Inpgi 2 e vice presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte), dal canto suo, ha ripercorso la genesi del pubblicismo italiano, sottolineandone l’imprescindibile valore per la categoria. Inevitabile l’appello in difesa della libertà di stampa: “L’informazione non può essere compressa”.
Giuseppe Gulletta (segretario dell’Assostampa di Messina e consigliere regionale dell’Associazione Siciliana della Stampa) lanciando lo slogan “Dio salvi Camporese” ha auspicato “una forte sinergia per salvaguardare l’Ordine dei giornalisti ed il suo istituto di previdenza”.
E’ toccato a Rino Labate (coordinatore regionale del Gruppo Pensionati e sindaco dell’Ungp) soffermarsi sulla qualità dell’informazione che non può prescindere da un’adeguata, qualificata e costante formazione.
Franco Siddi, infine, ha denunciato la “grave difficoltà che attraversa il mondo del lavoro, che tende più ad espellere che ad assumere” (vedi intervento). Il segretario generale della Fnsi ha, quindi, sollecitato “un tavolo triangolare per evitare che imprese fameliche e profittatrici considerino i prepensionamenti una pietanza da consumare a proprio piacimento per fare pulizia di conto, sottraendola, prima che finisca, a chi sta veramente in difficoltà”.
Inoltre, ha concluso Siddi, è auspicabile che vi siano dei sostegni pubblici per il passaggio al digitale terrestre, che “deve essere motivo di sviluppo economico e di crescita dell’informazione e non terreno di conquista per i praticoni della burocrazia”.

Giorgio Belmonte

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