Oggi a Montevideo un convegno con Franco Siddi e il direttore di Gente d’Italia, Mimmo Porpiglia

L’informazione italiana in Sudamerica: quale futuro?

Mimmo Porpiglia

Franco Siddi

MONTEVIDEO (Uruguay) – “L’informazione italiana in Sudamerica, quale futuro?” è il tema dell’incontro-dibattito che si svolgerà oggi, lunedì 26 settembre, nell’Auditorium dell’Hotel Cala di Volpe a Montevideo.
L’iniziativa è organizzata  dalla Fondazione Italia nelle Americhe, ente non profit,  al quale interverranno diplomatici, giornalisti, politici italiani della Circoscrizione Estero, ministri italo-uruguayani, e Franco Siddi, segretario della Federazione Nazionale della Stampa italiana e presidente della Commissione per l’Editoria del Cgie.
A moderare i lavori sarà Mimmo Porpiglia, editore-direttore di “Gente d’Italia”, quotidiano delle Americhe, promotore della Fondazione Italia nelle Americhe, pensata nel 2004 e fondata il 13 aprile del 2005.
La Fondazione è iscritta al registro delle Persone Giuridiche del Ministero dell’Educazione e della Cultura della Repubblica dell’Uruguay, foglio 1361, libro 18 e gode del patrocinio italiano della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Senato della Repubblica, dei Ministeri degli Affari Esteri, della Cultura, dell’Agricoltura e Foreste, delle Telecomunicazioni, della Funzione Pubblica, della Tecnologia e dell’Innovazione, del Ministero degli Italiani del Mondo, e delle Ambasciate d’Italia negli Stati Uniti e in Uruguay, dei Consolati Generali d’Italia a Miami e a New York, dell’Istituto Italo Latino Americano (Iila) e degli Istituti Italiani di cultura di Miami, New York e Montevideo.
Mimmo Porpiglia ricorda che l’obiettivo della Fondazione è quello di “esplorare un nuovo tipo di raccordo e di comunicazione. Con un interesse prioritario rivolto all’America centrale e meridionale. 
Quella della Fondazione è una strategia, diciamo così, di tipo triangolare. I vertici sono l’Italia, appunto, gli Stati Uniti ed il Sud latino. Perché c’è un’interdipendenza tra queste tre realtà. Non sono certo una novità i molteplici legami che esistono tra gli Stati Uniti ed i loro vicini del Sud. Pur tra antichi, e talvolta riproposti, problemi economici e di sovranità”.
“L’obiettivo, tra i tanti – spiega Porpiglia – è quello di organizzare convegni, esposizioni, incontri medico scientifici, coinvolgere personalità di tutti i settori, allestire mostre, organizzare scambi di visite, promuovere la diffusione di libri e di giornali, organizzare corsi di formazione professionale, appunto. Ed ecco il Corso di giornalismo multimediale, nato anche dalla penuria in Sudamerica di giornalisti che parlano e scrivono in lingua italiana… Il nuovo giornalismo si presenta, infatti, come un lavoro «multi-tasking»: chi lavora deve valutare l’importanza di una fotografia, saper utilizzare un file audio o video, e saper misurare la leggibilità e fruibilità complessiva del prodotto multimediale, deve cioè sapere svolgere un lavoro in buona parte differente da quello del giornalista classico, deve avere competenze, anche tecniche, che sicuramente un tempo non facevano parte. Occorreva quindi «formare» nuovi giovani alla professione che sta cambiando. Ma formarli qui, in questa parte del mondo dove i nostri connazionali sono sbarcati all’inizio del secolo e dove oggi figli e nipoti occupano posti di grande rilievo nell’economia e nella politica dei Paesi”.

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