Dopo il sit-in di protesta ieri sera in via Teulada, ora è il Sindacato dei giornalisti ad annunciare due giorni di sciopero

Usigrai: “Riprendiamoci la Rai: è un vascello in alto mare”

ROMA – Dopo il sit-in di protesta, ieri sera in via Teulada davanti agli studi della Rai, – a promuoverlo il Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo – che ha visto la partecipazione di centinaia di giornalisti, rappresentanti di associazioni e movimenti non solo sindacali, e cittadini, oggi è l’Usigrai a far sentire la propria voce.
Il Sindacato dei giornalisti Rai ha, infatti, annunciato che “due giornate di sciopero, da attuarsi nel segno dello slogan “Riprendiamoci la Rai”, sono state affidate all’unanimità (con un’astensione) dall’assemblea dei CdR all’esecutivo Usigrai, con la richiesta di avviare subito le procedure per la prima, dopo le risposte inadeguate e inaccettabili date dall’azienda su un reale progetto di libertà e pluralismo, di rilancio dell’informazione, di riorganizzazione degli asset, di sviluppo tecnologico, nonché sulla mancanza di congruità dei palinsesti”.
Per l’Usigrai, “la necessaria strategia di cambiamento appare attuata con improvvisazione. Da ultimo, e a titolo esemplificativo, gli episodi che riguardano il tentativo di chiusura della terza edizione della Tgr e la proposta di una trasmissione, ritenuta dai giornalisti di scarsa valenza editoriale, che sembra avere il solo fine di destrutturare senza un nuovo disegno il canale all news. Dal Direttore generale Lorenza Lei sono finora mancate l‘ultima parola e la capacità di porre un argine ad alcuni atti di arroganza”.
La prima giornata di sciopero – si legge nel comunicato dell’Assemblea nazionale dei CdR della Rai – sarà aperta alle testate contro le quali maggiormente sta impattando il comportamento aziendale. La seconda sarà, invece, attuata successivamente, “se possibile d’intesa con le organizzazioni sindacali dei dirigenti e dei lavoratori, dopo un tour per l’Italia che l’Usigrai effettuerà e una serie di incontri con le forze politiche, e avrà un obiettivo esterno all’azienda”.
“Per una serie di motivi la Rai oggi appare un vascello in alto mare, immobile, in attesa di burrasca. Non c’è certezza di risorse,  – afferma l’Usigrai – la natura giuridica è ormai quella di organismo di diritto pubblico. Con le regole di un municipio siamo costretti ad affrontare un mercato multipiattaforma fortemente concorrenziale. Un nuovo consiglio di amministrazione non potrà essere rieletto con le attuali regole che disciplinano la governance e che si traducono in un diretto controllo dei partiti. Così il servizio pubblico è destinato ad andare a voraci privati, a diventare marginale o a scomparire, un’idea alla quale i giornalisti non si rassegneranno”.

Un commento:

  1. Buongiorno,
    da sempre abbonato Rai osservo che il conflitto di interessi (B.) è sempre presente per danneggiare il Servizio Pubblico (naturalmente a proprio favore). Mi chiedo in quale Stato al mondo non sia possibile una azione legale per far pagare a questi dirigenti “furbetti e servi” il danno economico che stanno perpetrando annullando delle trasmissioni che portavano informazione ed incassi pubblicitari alla Rai. Viva la libertà e pluralità d’informazione.
    Forza Usigrai non cedete.

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