
“Pur ribadendo l’intenzione di considerare chiarito l’accaduto sulla scorta delle delucidazioni offerte dal dottor Giambra, per amore di verità dobbiamo precisare che nessuna richiesta di accreditamento di giornalisti è stata da noi avanzata alla Prefettura di Reggio Calabria, alla quale, semmai, è stata inviata una lettera con i recapiti del settimanale per la trasmissione di eventuali comunicati stampa”.
“In ogni caso – aggiunge Pollichieni – non riusciamo a trovare alcun precedente che indichi come prassi, in presenza di una richiesta di accreditamento, l’invio in redazione di agenti della polizia di Stato con il mandato di acquisire l’elenco e le generalità dei giornalisti e dei collaboratori tutti. Del resto, non ci risulta analoga iniziativa da parte di nessun’altra Questura o Prefettura calabrese”.
“Come volevasi dimostrare – afferma il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente della Giunta Esecutiva Fnsi – a volte la pezza è peggiore del buco. L’aver denunciato il caso, immediatamente e con forza, ha comunque sortito l’effetto di tenere alta l’attenzione sul problema della libertà di stampa e sulle condizioni cui si trovano ad operare i giornalisti che, spesso, devono a fare i conti non solo con i poteri forti, più o meno occulti, ma anche con quanti dovrebbero tutelare e favorire il lavoro della stampa libera”.