Schedatura giornalisti: Pollichieni replica alla Questura. Parisi: “Quando la pezza è peggiore del buco”

Il Corriere della Calabria non ha chiesto accrediti

REGGIO CALABRIA – Nuovo capitolo del caso “schedatura giornalisti” del Corriere della Calabria. Le riserve espresse, stamane, da Giornalisti Calabria, trovano, infatti, conferma nella nuova dichiarazione del direttore del Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni.
“Pur ribadendo l’intenzione di considerare chiarito l’accaduto sulla scorta delle delucidazioni offerte dal dottor Giambra, per amore di verità dobbiamo precisare che nessuna richiesta di accreditamento di giornalisti è stata da noi avanzata alla Prefettura di Reggio Calabria, alla quale, semmai, è stata inviata una lettera con i recapiti del settimanale per la trasmissione di eventuali comunicati stampa”.
“In ogni caso – aggiunge Pollichieni – non riusciamo a trovare alcun precedente che indichi come prassi, in presenza di una richiesta di accreditamento, l’invio in redazione di agenti della polizia di Stato con il mandato di acquisire l’elenco e le generalità dei giornalisti e dei collaboratori tutti. Del resto, non ci risulta analoga iniziativa da parte di nessun’altra Questura o Prefettura calabrese”.
“Come volevasi dimostrare – afferma il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente della Giunta Esecutiva Fnsi – a volte la pezza è peggiore del buco. L’aver denunciato il caso, immediatamente e con forza, ha comunque sortito l’effetto di tenere alta l’attenzione sul problema della libertà di stampa e sulle condizioni cui si trovano ad operare i giornalisti che, spesso, devono a fare i conti non solo con i poteri forti, più o meno occulti, ma anche con quanti dovrebbero tutelare e favorire il lavoro della stampa libera”.

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