Il presidente dell’Ordine dei giornalisti scrive agli Ordini regionali, ma non si pronuncia sui pubblicisti

E Iacopino disse: “Continuate a lavorare”

Enzo Iacopino

ROMA – L’abbiamo denunciato e lo ribadiamo con forza: la manovra per la stabilizzazione finanziaria, con la liberalizzazione delle professioni, rischia di cancellare con un colpo di spugna i pubblicisti.
La controversa norma, che dovrebbe mettere al sicuro gli Ordini che prevedono un esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio professionale, per i giornalisti metterebbe, infatti, al “sicuro” solo i professionisti, per i quali è previsto l’esame di Stato.
Dopo la denuncia di Giornalisti Calabria, che ieri ha evidenziato il silenzio dell’Ordine dei giornalisti, oggi il presidente Enzo Iacopino ha preso carta e penna scrivendo ai presidenti ed ai vice presidenti degli Ordini regionali una lettera a dir poco singolare.
Iacopino, infatti, “ritiene di dover invitare i Consigli regionali dell’Ordine a proseguire nella normale attività amministrativa relativa alla tenuta dell’Albo e dei registri ed elenchi annessi, nonché nell’attività di sorveglianza disciplinare e sull’esercizio della professione”.
Sì, avete capito bene. Il presidente nazionale dell’Ordine, invece di denunciare, protestare, condannare una manovra che rischia di sferrare un colpo letale alla professione giornalistica, si limita burocraticamente a raccomandare ai presidenti e vice presidenti regionali di “continuare a lavorare” in attesa di maggiori lumi.
“L’approvazione della manovra di stabilizzazione finanziaria – scrive Iacopino – è stata, come noto, accompagnata da varie iniziative di liberalizzazione delle professioni ordinistiche, talune delle quali, se approvate, avrebbero avuto pesanti conseguenze sul mantenimento dell’attuale sistema e sulla sopravvivenza, in particolare, anche del nostro Ordine.
La risposta unanime del mondo delle professioni – aggiunge Iacopino – ha impedito che si pervenisse a drastiche conseguenze che avrebbero travolto il processo di razionale ammodernamento degli ordinamenti di tutte le professioni, adeguandoli a principi generali rispondenti alle mutate esigenze della società, come nel caso della proposta di riforma dell’Ordine dei giornalisti, approvata dal Consiglio nazionale.
Nel testo varato venerdì scorso dal Parlamento è stato, quindi, introdotto un emendamento all’art. 29 del D.L. 6 luglio 2011 n. 98, in base al quale, ferme restando le categorie per il cui accesso è previsto l’Esame di Stato (cui l’esame di idoneità professionale per i giornalisti è assimilato), il Governo si riserva di formulare proposte di liberalizzazione di servizi e attività; decorsi otto mesi dalla data di entrata in vigore del suddetto D.L., tutto ciò che (non -ndr) sarà regolamentato sarà libero. In realtà, nella lettera, Iacopino ha omesso il tutt’altro che irrilevante “non”.
Se da un lato si può affermare che allo stato attuale non sussiste più un problema di conservazione degli Ordini professionali (e del nostro Ordine), si apre, tuttavia, una fase di evoluzione normativa e regolamentare sulla disciplina delle attività professionali, tutta da verificare e da valutare”.
Enzo Iacopino non lo dice, ma in pratica la cosiddetta “evoluzione” riguarda proprio il destino degli oltre 70mila pubblicisti, per l’iscrizione dei quali non è previsto l’esame di Stato. Da qui la scoperta dell’acqua calda con il pilatesco “su queste premesse, si ritiene di dover invitare i Consigli regionali dell’Ordine a proseguire nella normale attività amministrativa relativa alla tenuta dell’Albo e dei registri ed elenchi annessi, nonché nell’attività di sorveglianza disciplinare e sull’esercizio della professione”. Come se i presidenti ed i vice presidenti degli Ordini regionali fossero così deficienti da sospendere la “normale attività amministrativa relativa alla tenuta dell’Albo e dei registri ed elenchi annessi”.
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti conclude la sua lettera ai presidenti e vice presidenti regionali informandoli che “il Comitato Esecutivo esaminerà, nella riunione del 26 luglio prossimo, la situazione venutasi a determinare e le iniziative conseguenti”. Meno male. La lettera di Iacopino

https://www.giornalisticalabria.it/2011/07/16/ordine-dei-giornalisti-ridateci-lorenzo-del-boca/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *