Lo ha ribadito il presidente della Fnsi, Roberto Natale, in un incontro a Bologna

“Libertà d’informazione a rischio, anche in Italia”

Roberto Natale

BOLOGNA – “In questo Paese la libertà di informazione è a rischio. Non lo diciamo noi, lo dice l’Europa, che ha espresso preoccupazione per la situazione di sei Paesi, Ungheria, Romania, Belgio, Repubblica Ceca, Estonia e Italia, e lo dicono le classifiche stilate da Random House e Reporters sans frontieres, che ci considerano un Paese parzialmente libero”.
Ad affermarlo, il presidente della Federazione nazionale della stampa, Roberto Natale, intervenuto, a Bologna, ad un incontro sullo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 6 maggio.
Diversi i motivi, sottolineati dal presidente della Fnsi, per cui in Italia vi sarebbe un rischio per la libertà di informazione, partendo dal “disegno di legge sulle intercettazioni, con il governo che sta pensando di tornare alla formulazione originaria”, per arrivare al “gigantesco, monumentale, enorme problema del conflitto di interesse, ancora irrisolto” che grava sul presidente del Consiglio.
E ancora: i “conflitti di interesse che riguardano la grande stampa italiana in mano, in larga parte, ai poteri dell’economia e della finanza”, fino al “precariato” che coinvolge anche tanti giornalisti, soprattutto giovani.
“Quello che rivendichiamo – ha ribadito Natale – è il diritto-dovere di fare informazione, dare notizie di interesse pubblico. Non siamo una compagnia di guardoni che vuole sbirciare nelle camere da letto. Il diritto ad essere informati è centrale: è in gioco la Costituzione”.

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