Quarant’anni fa nasceva la prima tv privata italiana. Il 29 a Torino il ricordo in un libro

Telebiella e niente fu come prima

Alessandra Comazzi

TORINO – Quarant’anni fa a Biella nasceva la prima tv privata italiana. Telebiella, infatti, venne registrata in tribunale il 20 aprile 1971 come “giornale periodico a mezzo video”.

Venerdì 29 aprile, alle 18, a Palazzo Ceriana Mayneri, in corso Stati Uniti 27, l’Associazione Stampa Subalpina racconta, in un incontro aperto a tutti, l’inizio di quella che è stata una grande rivoluzione, e non solo televisiva.
Partecipano Silvano Esposito, autore del libro “Telebiella e niente fu come prima” e direttore de Il Biellese; Peppo Sacchi, pioniere della prima tv libera italiana; Paolo Girola (Rai) e Beppe Gandolfo (Mediaset).
Modera: Alessandra Comazzi, segretario della Subalpina e critico televisivo de La Stampa.


Il libro di Silvano Esposito
“Telebiella e niente fu come prima”, con
prefazione di Alessandra Comazzi, è edito dal Centro di Documentazione Giornalistica
(176 pagine, 16 euro) e racconta la storia, mai pubblicata, della prima televisione privata italiana, vissuta e raccontata da un protagonista di quell’evento.
Telebiella e niente fu come prima racconta in modo appassionato la nascita della prima emittente televisiva in Italia, che a metà degli anni ’70 riuscì a rompere il monopolio della Rai, mobilitando l’opinione pubblica nazionale.
Creata dall’ex regista Rai Peppo Sacchi, Telebiella non fu una televisione nata come un’impresa per fare utili sul mercato pubblicitario, ma rappresentò uno dei rari esempi di emittente comunitaria, che riuscì a identificarsi, seppure per una breve stagione, con gli abitanti del suo territorio, prima ancora di diventare un fenomeno nazionale la cui vicenda provocò anche una crisi di governo.


Fra il 1971 e il 1976 vi collaborarono personaggi come Enzo Tortora, Bruno Lauzi, Ugo Zatterin, Daniele Piombi, Mario Soldati. E il talento comico di Ezio Greggio fu tenuto a battesimo televisivo proprio da Sacchi. Nel giugno 1973 l’emittente fu oscurata dal governo Andreotti. Sacchi fece ricorso alla Corte Costituzionale, ottenendo una parziale ma importante vittoria.

Un caso unico, citato in tutti i volumi di storia della televisione, un piccolo grande fenomeno sociologico che ha provocato un profondo cambiamento nel costume del nostro Paese, ma rappresentò un caso unico, citato in tutti i volumi di storia della televisione, che ha provocato un profondo cambiamento nel costume del nostro Paese.


Silvano Esposito, giornalista professionista, è direttore del giornale “il Biellese”. Laureato in sociologia all’Università di Chieti ha iniziato la sua carriera nelle prime radio libere e poi a Telebiella, dove si è occupato soprattutto di economia e politica. È stato consigliere nazionale della Fnsi e vicesegretario dell’Associazione Stampa Subalpina.

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