Nostra intervista a Kristinn Hrafsson, portavoce di Wikileaks, premiato dall’Unci

Anche le banche nel mirino di Wikileaks

Francesco Votano

Kristinn Hrafsson

VIAREGGIO (Lucca) – In occasione del Congresso nazionale dell’Unci, è stato consegnato a Kristinn Hrafsson, portavoce di Wikileaks, il premio internazionale cronista dell’anno. Abbiamo chiesto a Kristinn se è vero, come molti dicono, che la rivoluzione dei ciclamini in Tunisia e poi, a catena, in tutto il Mediterraneo è dovuta allo scandalo dei cablogrammi pubblicati dal loro sito.
Per Kristinn, “è troppo definire la rivoluzione in Tunisia la rivoluzione di Wikileaks. Ma persone che erano in Tunisia mi confermano che le rivelazioni di Wikileaks contenute nei cablogrammi pubblicati all’inizio di dicembre hanno giocato un ruolo nel mobilitare  le persone che sono andate in strada a protestare,  in realtà é stato quello che è accaduto il 4 gennaio a determinare l’abbandono del paese da parte di Ben Alì il 14 gennaio”.
Kristinn ci ha detto che non è in grado di prevedere cosa succederà in Libia, ma che ”in questo momento abbiamo fatto un accordo con la testata “Indù”, in India, per la pubblicazione dei cablogrammi riservati”, e poi ha aggiunto, “il nostro obiettivo é far arrivare le notizie in India per consentire alle persone di decidere che cosa farne, se eventualmente determinare cambiamenti politici in conseguenza delle informazioni contenute nei cablogrammi”.

Sui grandi poteri che controllano la nostra democrazia, Kristinn è ancora più deciso, “abbiamo visto che il potere economico si sta sempre più concentrando nelle mani di poche persone e non abbiamo,  a mio avviso, prestato sufficiente attenzione alle persone che detengono questo potere. Abbiamo anche osservato che il rapporto fra potere economico e potere politico va frequentemente in una sola direzione: spesso i protagonisti della vita politica sono marionette nelle mani di chi detiene il potere economico. E’ fondamentale mantenere, comunque, un controllo costante su entrambi i poteri: quello economico e quello politico. Se non lo facessimo, apriremmo le porte all’aumento della corruzione”.
Poi una domanda sulla politica editoriale di Wikileaks, giusto per capire in che modo l’operato del sito si inserisce all’interno delle democrazie occidentali. Kristinn è chiaro: “Noi crediamo che la democrazia sia trasparenza nell’informazione, ci battiamo per questo, portando le informazioni a tutti i cittadini, sono poi loro a decidere sulle scelte da fare”.
E quando chiediamo chi sono i nemici della trasparenza, Kristinn si sofferma sulle banche, di cui ci ha detto, “le banche nella nostra società sono quelle istituzioni capaci di mettere le mani sui soldi delle persone che pagano le tasse, come abbiamo visto nella recente crisi economica e finanziaria: i soldi dei contribuenti sono stati riversati nelle casse delle banche per evitare che collassassero”, e ha poi aggiunto, “così le perdite delle banche sono le perdite dei contribuenti, mentre gli utili sono quelli dei pochi che possiedono le banche. Questi sono i potenti detentori del potere nei paesi occidentali. Sono persone che possono controllare molto nella nostra società e che possono costituire anche una minaccia proprio per il potere che detengono”.

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