Reintegrata alla conduzione del Tg1 delle 20 dal giudice del lavoro di Roma

Tiziana Ferrario vince la causa contro la Rai

Tiziana Ferrario

ROMA – Tiziana Ferrario è stata reintegrata alla conduzione del Tg1 Rai delle ore 20. La decisione è stata assunta dal giudice della IV Sezione Lavoro del Tribunale di Roma, Maria Gabriella Marrocco, in accoglimento del ricorso presentato, in via d’urgenza, dalla giornalista assistita dagli avvocati Domenico e Giovanni Nicola D’Amati.
La decisione di ricorrere alla procedura d’urgenza era stata assunta da Tiziana Ferrario in risposta alla decisione del direttore Augusto Minzolini di estrometterla dalla conduzione del più importante telegiornale della Rai. Il giudice del Tribunale di Roma, nel motivare la sua decisione, sottolinea la “grave lesione della sua professionalità per motivi di discriminazione politica a seguito dell’opposizione della stessa giornalista alla linea editoriale del direttore Augusto Minzolini”. Con il provvedimento, Tiziana Ferrario viene, inoltre, reintegrata nelle mansioni di inviata speciale per grandi eventi.
A giudizio della dottoressa Maria Gabriella Marrocco, “i provvedimenti che hanno riguardato la Ferrario sono stati adottati in contiguità temporale con la manifestazione, da parte della lavoratrice, del dissenso alla linea editoriale impressa al telegiornale dal nuovo direttore, con l’adesione da parte sua alla protesta sollevata dal cdr e diretta a far applicare nel tg i principi di completezza e pluralismo nell’informazione e, infine, con la mancata sottoscrizione da parte della stessa del documento di censura al cdr il 4 marzo scorso”.
Provvedimenti, questi, “antitetici rispetto a quelli adottati nei confronti dei colleghi di redazione che non avevano posto in essere le suddette condotte”. Entrando nel merito dell’estromissione di Tiziana Ferrario dalla conduzione del Tg1 delle 20, il Tribunale di Roma afferma che la stessa è “dichiaratamente collegata dal direttore del telegiornale all’intento di ringiovanire i volti del tg”, ma “risulta in atti che identica decisione non ha coinvolto due giornalisti in sostanza coetanei della ricorrente (Petruni e Romita), i quali, di contro, avevano sottoscritto il documento 4 marzo 2010 di sostegno alla linea editoriale” .


LE REAZIONI

Tiziana Ferrario: Una sentenza importante perché afferma il principio fondamentale che i poteri del direttore di una testata giornalistica sono limitati dalla legge: il direttore non ha, infatti, il diritto di emarginare o mettere i giornalisti della sua redazione in condizione di non lavorare.
Una sentenza ancora più importante in quanto può rivelarsi utile a tutti coloro che hanno subito il mio stesso trattamento, da Paolo Di Giannantonio a Massimo De Strobel, da Raffaele Genah a Bruno Mobrici, alla stessa Maria Luisa Busi che, con grande coraggio, ha deciso di rinunciare alla conduzione del Tg1 perché non riteneva di essere più nelle condizioni di svolgere con serenità la propria professione. Una redazione è formata da tante identità culturali e il confronto è sempre e comunque necessario”.
Augusto Minzolini (direttore del Tg1): “Paolo Frajese ha condotto il Tg per 7 anni, Bruno Vespa per 5. Tiziana Ferrario, invece, lo ha condotto per 30 anni. Quale spazio possono avere le nuove generazioni in un’azienda in cui i ruoli si danno a vita? Azienda per la quale il rinnovamento è fondamentale. Alla Ferrario, collega stimabile e brava, ho offerto il ruolo di super-inviato per il mondo, nessun demansionamento quindi.
La decisione del giudice è assurda perché interviene in decisioni di fatto del direttore, ma quello che è normale negli altri Paesi, qui non lo è e resta il concetto che un ruolo rimane acquisito…”. (Agi).
Maurizio Gasparri (presidente dei senatori Pdl): “Una decisione ridicola. Chi comanda alla Rai? La magistratura al servizio della sinistra. Dopo altre sconcertanti sentenze, ora i togati vorrebbero decidere anche chi deve condurre i telegiornali in studio. Siamo alla follia. Spero che questa decisione venga considerata dalla Rai come merita: un proclama scritto su carta straccia. A quando sentenze che dicano quali notizie divulgare e quali no? Siamo alla protervia togata che sfocia nel ridicolo. In altri casi, Alfano ha inviato ispezioni. Qui servirebbe un controllo medico”.
(Asca).
Matteo Orfini (responsabile Cultura e Informazione del Pd): “La sentenza sul reintegro di Tiziana Ferrario certifica qualcosa che purtroppo era già evidente: al Tg1 ci sono discriminazioni politiche che mortificano professionalmente chi la pensa diversamente dal direttore. L’azienda non ha nulla da dire su un direttore che si macchia di azioni di questa natura? O forse tutto questo è considerato normale e accettabile nella Rai di Berlusconi? Se davvero si ha a cuore il futuro della Rai, si ponga termine a questa stagione di auto-delegittimazione della principale testata dell’azienda”. (Asca).
Pancho Pardi (capogruppo Idv in Commissione di vigilanza Rai): “Il reintegro di Tiziana Ferrario alla conduzione del Tg1 delle 20, deciso dal Tribunale di Roma, pone un serio limite ai poteri dei direttori di testata che non possono avere, nei confronti dei redattori, diritto di vita o di morte. Del resto, che la direzione di Minzolini fosse fallimentare, non lo attesta solo la sentenza del tribunale di Roma, ma anche e forse soprattutto il crollo dell’edizione del Tg1 delle 20 nelle rilevazioni di un sondaggio commissionato proprio dalla Rai sulla qualità e sul valore pubblico dei propri telegiornali. Insomma, non siamo lontani dalla realtà se definiamo la direzione di Minzolini la peggiore del servizio pubblico di tutti i tempi”.
(Asca).
Vincenzo Vita (senatore Pd): “Il reintegro di Tiziana Ferrario da parte del giudice mette fine a una causa di lavoro. La decisione è da accogliere con grande rispetto di chi l’ha presa e con la speranza di rivedere una bravissima professionista della Rai di nuovo in video. Certe reazioni della destra sono tanto gravi quanto surreali. Molto probabilmente costituiscono la spia di un retropensiero: il servizio pubblico pura costola del governo e della maggioranza”. (Asca).
Carlo Verna (segretario Usigrai): “Il provvedimento di reintegro di Tiziana Ferrario alla conduzione delle ore 20 e come inviata per i grandi eventi è un grande successo di chi crede nei diritti di libertà. E’ una secca sconfitta di Masi e Minzolini. Torniamo a chiedere con forza che entrambi se ne vadano. Ora, con la strada maestra del confronto, si ridiano ruoli professionali agli altri colleghi del Tg1 di qualunque area culturale emarginati e rimossi dalle loro funzioni. Speriamo che al più presto il presidente della commissione parlamentare di vigilanza, Zavoli, voglia concederci una audizione al centro della quale mettere la deriva attuale della Rai che solo i giudici stanno arginando. La reintegra Ferrario dopo la reintegra Ruffini”. (Asca).
Fabrizio Cicchitto (presidente Gruppo Pdl alla Camera): “Oramai è evidente che i giudici in Rai decidono larga parte degli organigrammi interni come dimostra non solo quest’ultimo episodio della Ferrario, ma anche storie precedenti. Il fatto singolare poi è che questi interventi avvengono solo quando a essere spostati sono giornalisti di sinistra. Non è mai avvenuto in caso contrario quando l’Usigrai – direttamente o per interposta persona – faceva il bello e il cattivo tempo per quanto riguarda la Rai”. (Asca).
Daniele Capezzone (portavoce del Pdl): “Ho grande rispetto per Tiziana Ferrario, e anche per l’autorità giudiziaria che oggi si è espressa. Tuttavia, mi sorge un dubbio, che esprimo a prescindere da questo caso, indipendentemente dai dettagli giuridici di una vicenda che ho seguito solo sui giornali, e in cui non posso e non voglio entrare. Da trent’anni a questa parte, si sono verificati eventi storici di grande portata tra i quali la caduta del Muro di Berlino, la riunificazione tedesca, il nuovo Sudafrica, l’esplosione del terrorismo fondamentalista, l’11 settembre, la liberazione di Iraq e Afghanistan. In Italia, in trent’anni, si è passati dalla fine del compromesso storico al pentapartito, e poi agli anni di Tangentopoli, e poi alla seconda Repubblica. Se per caso, dopo circa sei lustri, il direttore del Tg1 decide di avvicendare alcuni conduttori e conduttrici, mi pare che la decisione possa essere rispettata. O forse è impossibile cambiare alcunché ? In un modo in cui tutti siamo flessibili, solo i mezzibusti del Tg1 devono essere considerati intoccabili? Chi viene toccato è necessariamente un discriminato politico? Anche per questo, tutta la mia solidarietà ad Augusto Minzolini”. (Asca).
Luca Borgomeo (presidente Aiart): “Il pronunciamento del tribunale su Tiziana Ferrario è l’ennesimo esempio della crisi del Tg1, crisi segnata da motivi politici, crisi che si riverbera anche sulla qualità. Minzolini si è fatto troppo condizionare dagli aspetti politici e ora il tribunale gli dà torto. Una grave bocciatura. Di tutto questo ne risente la qualità, ormai il Tg1 è una testata che fa soprattutto gossip e nasconde le vere notizie”.  (Asca).
Paolo Gentiloni (responsabile forum comunicazioni Pd): “E’ importante che siano state riconosciute le ragioni sostenute con coerenza da Tiziana Ferrario. Da Minzolini è stata operata, insomma, una discriminazione politica. Ormai in Rai per vedere riconosciute le ragioni della professionalità e del pluralismo spesso la sola via è il giudice”.
(Asca).
Francesco Casoli (vice capogruppo Pdl al Senato): “Gasparri ha ragione, non è una novità che alcuni magistrati in Italia costituiscano il braccio operativo della sinistra. Dove non riesce l’opposizione per manifesta inferiorità politica, di uomini, di idee ma soprattutto di consenso popolare, intervengono alcune toghe con le loro sentenze purché siano contro Berlusconi e contro uomini riconducibili a lui.

Nel caso del reintegro della Ferrario il giudice che vede una discriminazione politica sbaglia e anche di grosso, non tiene infatti conto delle motivate scelte strategiche e della grande professionalità del direttore del Tg1. In questo caso si è solo voluto accusare Augusto Minzolini che ha deciso di voler innovare il metodo dell’informazione del principale telegiornale nazionale per ottenere risultati migliori come dimostrano tutti gli share di gradimento. Ma questo ad alcuni magistrati non importa; forse hanno solo interesse, su mandato della sinistra, che non si vuole sporcare le mani, a mantenere alto lo scontro politico tra le parti”. (Asca).
Nino Rizzo Nervo (consigliere di amministrazione Rai): “Il Direttore Generale della Rai non potrà insabbiare la pratica Minzolini. Sono in corso degli approfondimenti da parte del Direttore Generale che devono ancora concludersi e credo che si tratti di una vicenda che non potrà non avere conseguenze, se saranno accertate in maniera definitiva responsabilità da parte del direttore del Tg1. Questa azienda è stata spesso criticata per presunti sprechi, per come spende i soldi, però sui comportamenti dei suoi dirigenti è sempre stata sempre molto vigile. In passato sono stati allontanati anche dirigenti di prima fascia per anomalie nelle spese personali o per irregolarità nei fogli di viaggio. Nei mesi scorsi in una sede regionale sono stati licenziati cinque dipendenti ed un’azienda con 13.000 dipendenti, per avere credibilità e autorevolezza, deve adottare sempre gli stessi criteri e rispettare lo stesso codice di comportamento. Masi su questa vicenda si è dimostrato molto serio. E’ giusto che sia prudente, ma quando gli accertamenti si saranno conclusi sono certo che farà prevalere solo l’interesse aziendale”.
 (Asca).
Antonio Verro (consigliere di amministrazione Rai): “La sentenza che reintegra Tiziana Ferrario alla conduzione del Tg1 lede l’autonomia editoriale dei direttori e costituisce un tappo insopportabile al rinnovamento e alle legittime aspirazioni dei giovani. Ad oggi basta buttarla in politica, in particolare in politica anti-governativa, per avere ragione. Tutti i direttori, passati e presenti, hanno fatto avvicendamenti in conduzione, che sono doverosi specie in casi – come quello della Ferrario – di conduzioni ventennali”. (Apcom). Stupisce la decisione del Tribunale di Roma sul reintegro di Tiziana Ferrario alla conduzione del TG1 delle 20. Si è di fronte, infatti, ad un ordinanza che mortifica chi crede nel ricambio generazionale e nella valorizzazione del merito e che finisce inoltre per legittimare ogni giornalista, in disaccordo con il Direttore di una testata, a creare un caso politico per evitare qualsiasi tipo di incarico non gradito. Nelle grandi aziende, e in particolar modo nelle realtà editoriali, gli avvicendamenti negli incarichi e nelle funzioni sono del tutto naturali: stimolano ad innovare ed evitano che si creino situazioni privilegiate. Mi domando, allora, quale futuro può esserci per una realtà editoriale che non può permettersi avvicendamenti per timore di interventi da parte della magistratura e dove inoltre l’autonomia editoriale dei suoi direttori non può essere tutelata da chiare ingerenze di tipo politico? In considerazione della rilevanza della questione per il servizio pubblico, pur comprendendo la prudenza del presidente Garimberti, ho comunque ritenuto doveroso commentare questa sentenza. Tutto ciò anche nella speranza che l’azienda sappia presto individuare una soluzione in grado di garantire, allo stesso tempo, il rispetto del provvedimento e l’autonomia del Direttore del TG1”. (Asca).
Enzo Fasano (senatore Pdl e membro della Commissione di Vigilanza Rai): “Una sentenza pro-casta di sinistra. La decisione del Tribunale del lavoro di reintegrare la giornalista Tiziana Ferrario alla conduzione del tg1 delle 20 è tipica di una vecchia logica baronale. Come nelle università nulla sarebbe dovuto cambiare, consentendo i rettorati a vita, anche in Rai tutto dovrebbe rimanere immobile, fermo. Consentendo così ai potentati della sinistra di esercitare il loro ruolo al servizio del solito schieramento politico: quello che ha bisogno da sempre del solito aiutino di una certa magistratura”. (Apcom).
Cdr Rai: “Il tribunale del lavoro di Roma, accogliendo il ricorso d’urgenza, ha ordinato alla Rai di reintegrare la collega Tiziana Ferrario nelle mansioni di conduttrice del tg1 delle 20 e di inviata speciale per i grandi eventi. Il giudice ha riconosciuto che la rimozione della collega dall’incarico è stata attuata per motivi di discriminazione politica a seguito della sua opposizione alla linea editoriale del direttore. L’ordinanza è esecutiva e deve essere rispettata. Il comitato di redazione, nell’esprimere soddisfazione per la collega che si vede riconosciuti i suoi diritti, trova nell’ordinanza del giudice la conferma di quanto per mesi ha sostenuto con la direzione e con l’azienda: la strada maestra è quella del confronto. Le decisioni unilaterali portano solo all’intervento dei giudici. Adesso chiediamo che siano restituiti ruoli professionali agli altri colleghi anch’essi rimossi unilateralmente dalle proprie funzioni e che si volti pagina anche per tutti i giornalisti della testata che sono emarginati e sottoutilizzati”.
Maria Luisa Busi (giornalista): “È una bella giornata. Una sentenza che fa giustizia dei principi del giornalismo, del pluralismo e del diritto alla critica. Una sentenza che è anche una vittoria per tutte le donne”.
Paolo Garimberti (presidente della Rai): “Le sentenze si rispettano, non si commentano”. (Apcom).
Roberto Rao (deputato Udc e capogruppo in Commissione di vigilanza Rai): “Senza entrare nel merito della vicenda che ha visto protagonista Tiziana Ferrario, né mettendo in discussione la sua professionalità e il fatto che dovrà, comunque, avere una collocazione all’altezza delle sue indiscusse qualità, ritengo che la sentenza con cui la giornalista viene reintegrata alla conduzione del Tg1 delle 20, pur da rispettare, varchi una linea di confine: ormai la Rai è un’azienda ad autonomia limitata. Siamo arrivati al punto, infatti, che un giudice, dopo aver deciso sul reintegro di direttori e sui programmi da mandare in onda, arrivi addirittura a determinare di fatto quali siano i conduttori a dover andare in video e in quale fascia oraria. Si può considerare Augusto Minzolini un direttore di parte ma così si creano precedenti delicati circa l’autonomia professionale e le scelte editoriali di un direttore del servizio pubblico. Anche perché aziende concorrenti come Mediaset e Sky, che non mi risulta abbiano tali condizionamenti, traggono indubbio vantaggio da questa situazione di perenne incertezza”. (Asca).
Osvaldo Napoli (vice presidente dei deputati Pdl): “La sentenza del Tribunale di Roma che reintegra Tiziana Ferrario nella conduzione del Tg1 è l’ennesima, tragica conferma del degrado pervasivo cui è giunta la giustizia in Italia. Quella sentenza, in sostanza, stabilisce che Augusto Minzolini non può disporre dei poteri che per contratto sono riconosciuti ai direttori di ogni testata giornalistica. Sarei curioso se l’Usigrai potesse fornire, con la precisione pignola che tutti riconoscono all’ultimo soviet sopravvissuto, un breve elenco dei giornlisti destinati ad altre mansioni, in Rai e nelle altre testate. Il presidente Garimberti dice che le sentenze si rispettano e non si commentano. Bene: a lui chiedo di fornire un elenco sintetico, perché so che sarebbe molto, di quante sentenze di reintegro sono state rispettate e non commentate. A Minzolini mi piace rinnovare la mia stima e solidarietà alle quali aggiungo: forza, non piegarti e conserva la schiena diritta che tutti ti hanno sempre riconosciuta. Gli italiani sanno che se in questa vicenda c’è un perseguitato si chiama Augusto Minzolini e non certo Tiziana Ferrario”. (Asca).
Clemente Mimun (direttore del Tg5): “Se è la magistratura a decidere direttori, conduttori e palinsesti, le aziende televisive avranno modo di risparmiare un sacco di quattrini. Ci sarebbe da attendersi che Enza Sampò chieda di condurre di nuovo ‘Campanile sera’. Angelo Lombardi, se fosse in vita, potrebbe chiedere di sostituire Licia Colò, visto che di natura se ne intendeva e ….Febo Conti avrebbe conservato la fascia della tv dei ragazzi a suo tempo inopinatamente occupata da Paolo Bonolis. Si tornerebbe così alla tv in bianco e nero che, poi in fondo, non era mica male”. (Asca).
David Sassoli (giornalista e capogruppo Pd al Parlamento Europeo): La sentenza che reintegra Tiziana Ferrario alla conduzione del Tg1 parla chiaro. Un giudice ha sancito che si è trattato di discriminazione politica, un fatto che rilancia con forza in Europa la questione dell’informazione pubblica in Italia. Inoltre si è stabilito che sono stati rimossi professionisti seri, competenti e liberi prendendo a pretesto un presunto ricambio generazionale. Infine, siamo di fronte all’ennesima causa da cui esce sconfitta l’azienda del servizio pubblico televisivo. Ancora una volta, dunque, i soldi dei contribuenti verranno spesi non per migliorare l’offerta culturale e informativa della Rai ma per pagare risarcimenti e spese processuali. Ai vertici spetta ora applicare celermente la sentenza, reintegrare tutti coloro che sono stati rimossi ingiustamente e verificare le responsabilità per i danni subiti dall’azienda”. (Asca).
Rosy Bindi (presidente assemblea nazionale Pd): “La sentenza che reintegra Tiziana Ferrario alla conduzione del Tg1 è un atto di giustizia che riconosce il carattere essenzialmente politico e perciò discriminatorio della destituzione decisa da Minzolini. Il direttore ne approfitti per riflettere sulla perdita di pubblico e credibilità registrata in questi mesi dal Tg1 e rimettere la testata ammiraglia della Rai sui binari di una informazione coerente con la missione del servizio pubblico. Sarà meglio non rischiare nuove figuracce, dopo i casi di Ruffini e Ferrario, e reintegrare anche tutti gli altri professionisti ingiustamente emarginati”. (Asca).
Giorgio Merlo (deputato Pd e vice presidente Commissione di vigilanza Rai): “Il problema per il Tg1 non sono le sentenze dei giudici – che comunque vanno rispettate – e le decisioni che interferiscono nella vita di un organo di informazione importante come la principale testata giornalistica della Rai. Semmai, quello che preoccupa è il progressivo calo di ascolti del Tg1. Questo è il succo da affrontare, il resto è propaganda buona solo per commentare”. (Asca).

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