A “Vieni via con me” Maroni difende la Lega e Saviano rincara la dose

La ‘ndrangheta al Nord non è una novità

Roberto Maroni a ”Vieni via con me”

Angela Majoli

ROMA – Le affermazioni di Roberto Saviano secondo cui la ‘ndrangheta al Nord interloquisce con la Lega “sono ingiuste ed offensive per tutti quelli che come me combattono ogni forma di illegalità”. E’ la replica del ministro dell’Interno Roberto Maroni, che ieri sera è stato a Vieni via con me per ribadirlo davanti al pubblico del programma. E per farlo ha letto in studio il suo elenco mettendo in fila i successi del governo nella lotta contro le mafie.
Ma è stata anche la serata di Corrado Guzzanti, con una sfilza impressionante di freddure a tutto campo, da Berlusconi al Papa. E dell’affondo dell’autore di Gomorra sull’emergenza rifiuti in Campania: una crisi di cui, attacca Saviano, il premier ha annunciato la fine “solo negli ultimi due anni per sette volte”. La cattura dei superlatitanti è in cima all’elenco di Maroni, con “28 superboss presi e messi al carcere duro”: ne mancano “solo due, Matteo Messina Denaro e Michele Zagaria”, ma attorno a loro “il cerchio si sta stringendo”. E poi l’aggressione ai patrimoni della criminalità organizzata e il contrasto al suo insediamento territoriale, con la “sfida epocale” di impedirne l’aggressione all’economia sana. Ma se è vero che la ‘ndrangheta “è presente al nord da almeno tre decenni, non è una novità”, l’affermazione secondo la quale la ‘ndrangheta al nord interloquisce con la Lega, “oltre che essere ingiusta ed offensiva, è smentita dalle recenti operazioni fatte in Lombardia (Cerberus, Parco Sud, Crimine e Infinito) che hanno fatto emergere il coinvolgimento e in alcuni casi hanno portato all’arresto di esponenti di altri partiti. Mi chiedo allora – dice – perché citare proprio e solo la Lega”. In attesa dell’intervento di Maroni, la serata si apre con la solidarietà alla protesta dello spettacolo contro i tagli: Luca Zingaretti legge l’elenco scritto da Andrea Camilleri per dimostrare che “con la cultura si mangia”. Dopo i vantaggi della vecchiaia secondo Carlo Fruttero, la parola passa a Saviano. “Il Sud – è l’affondo dell’autore di Gomorra – è da anni la pattumiera del Nord Italia“, “lo sversatoio dei rifiuti tossici” e dunque quei politici del Nord che non vogliono saperne nulla ragionano “da codardi, miopi e in malafede”. Contro un’emergenza che dura da anni “hanno fallito tutti, centrodestra e centrosinistra”, attacca ancora Saviano, che poi passa il microfono a Gabriele Salvatores per elencare le sette volte in cui Berlusconi ha annunciato la fine di una crisi che è ancora sotto gli occhi di tutti. Altro momento clou di Vieni via con me è il ritorno di Corrado Guzzanti: applauditissimo, con la sua satira a tutto campo graffia Berlusconi (“Corrompe dei senatori: mi hanno detto che erano maggiorenni”), Bossi (“Anche Bossi chiama in questura, ma hanno capito solo Mubarak”), il Pd (“E’ il primo partito a fare le primarie, e il primo che le perde”), il Papa (“Condona l’uso dei condom in casi particolari: ci sono notti in cui fa veramente freddo”). Al sorriso sarcastico dell’attore si alternano la malinconia di Ilaria Cucchi, che legge le cose belle che ricorda del fratello Stefano, e l’amarezza di Manlio Milani, presidente dell’associazione familiari delle vittime della strage di piazza della Loggia, che ne elenca i nomi. C’è spazio anche per l’immigrazione, con Harun Javeid, uno degli operai appena scesi dalla gru a Brescia, che racconta di aver portato con sé “la fede in Dio, perché solo Dio ci poteva aiutare” e con Ivano Fossati che canta Mio fratello che guardi il mondo; per Renzo Piano che spiega cosa vuol dire “fare” e invita i giovani “ad andar via, per curiosità, e poi tornare”; per l’handicap raccontato dal comico disabile David Anzalone. E poi ci sono le donne: Emma Bonino elenca le cose che passano sui corpi femminili, Susanna Camusso i pensieri delle donne che lavorano, Laura Morante le cose che le donne non vogliono più sopportare. Il finale è ancora il gioco a due tra Fazio e Saviano. “Vado via perché sento che tra un attimo saranno tutti antiberlusconiani”, dice Fazio. “Resto qui perché voglio scoprire che cosa aveva da ridere Antonio Jovine quando lo hanno arrestato”, replica Saviano. “Resto qui perché Masi mi ha telefonato e mi ha detto che faremo altre quattro puntate”, incalza l’autore di Gomorra. “Resto qui perché, anche se Masi non mi ha telefonato, mi ha detto che ne dovremmo fare altre otto”, ironizza Fazio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *