Fnsi, sindacato, Cdr e direttore respingono le accuse di quanti sparano nel mucchio

Gruppo Ciancio: tutele e rispetto per i giornalisti

Da sinistra: Bepi Martellotta, Roberto Ginex, Raffaele Lorusso e Carlo Parisi

ROMA – “Rispetto e tutele per i lavoratori delle testate del gruppo Ciancio sequestrate dal tribunale di Catania”. È l’appello lanciato dalla sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana dal sindacato dei giornalisti, dairappresentanti delle Associazioni regionali di Stampa e dai Comitati di redazione della Sicilia e della Gazzetta del Mezzogiorno che si sono incontrati, oggi a Roma, per fare il punto della situazione in cui versano i giornali e le emittenti affidate agli amministratori Angelo Bonomo e Luciano Modica. Presenti il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, il segretario generale aggiunto Carlo Parisi, il presidente Giuseppe Giulietti, il vicepresidente vicario dell’Inpgi, Giuseppe Gulletta, ed i responsabili delle Associazioni Regionali di Stampa di Sicilia (Roberto Ginex), Puglia (Bepi Martellotta) e Basilicata (Umberto Avallone), i componenti del Cdr Vittorio Romano e Maria Ausilia Boemi e il direttore del quotidiano siciliano, Antonello Piraneo, hanno ricordato che Mario Ciancio Sanfilippo è sotto inchiesta per presunto concorso esterno in associazione mafiosa, “ma questo non significa che i giornalisti delle sue testate siano coinvolti o conniventi con la mafia e la storia della Sicilia lo testimonia”.

Maria Ausilia Boemi

Nel rispetto del lavoro e delle esigenze di tutti, confidando nell’attività della magistratura e fermo restando il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, quello che preoccupa il sindacato – ha rilevato Raffaele Lorusso – è la situazione che i lavoratori delle testate, i giornalisti dipendenti e collaboratori e tutto il personale dei giornali e delle televisioni, si trovano costretti ad affrontare con il sequestro dopo aver già sopportato stati di crisi, ammortizzatori sociali e una crisi senza precedenti dell’intero settore”.
Carlo Parisi, nel suo intervento, ha sottolineato l’imprescindibile valore dei collaboratori esterni, i più bistrattati e mal pagati, senza i quali, però, non è possibile far uscire i giornali. Parisi ha, quindi, stigmatizzato le accuse gratuite lanciate indiscriminatamente nei confronti dei giornalisti delle testate del Gruppo Ciancio, persone oneste che meritano rispetto e tutele, soprattutto da parte di chi spara nel mucchio senza sapere cosa significa lavorare e fare giornalismo in terre di mafia”.
Dal canto suo, Giuseppe Gulletta, ha offerto la piena disponibilità dell’Inpgi a sostenere le iniziative che i giornalisti intenderanno intraprendere per il pieno riconoscimento dei loro diritti, soprattutto in materia di tutele previdenziali.
“I magistrati hanno il delicato compito di indagare e di fare chiarezza su quanto accaduto in questi lunghi anni, ma auspichiamo che le indagini non pregiudichino il lavoro delle redazioni e, soprattutto, che gli amministratori tengano in debita considerazione la peculiarità delle aziende editoriali e non si limitino ad una gestione ragionieristica delle testate. Non accetteremo – hanno ribadito Lorusso e Giulietti – che siano spente altre voci libere del Mezzogiorno, dove giornali e aziende editoriali serie sono già pochissimi”.

Giuseppe Gulletta

Antonello Piraneo

Il segretario dell’Associazione Siciliana della Stampa, Roberto Ginex ha contestato che si sia arrivati a sequestrare anche le testate giornalistiche, nell’ambito di un impero economico ben più ampio e diversificato, e ha posto l’attenzione sulla sorte dei lavoratori, “in special modo dei collaboratori della Sicilia, che già hanno affrontato e affrontano grandi difficoltà economiche”.
Anche il presidente dell’Assostampa Puglia, Bepi Martellotta, ha puntato i riflettori sulla questione dei collaboratori della Gazzetta del Mezzogiorno, “in una situazione economicamente già molto delicata di un giornale che comunque resiste sul mercato, a riprova della qualità del prodotto giornalistico e del lavoro dei giornalisti che lo realizzano”.
Umberto Avallone, presidente della Associazione della Stampa di Basilicata ha denunciato come “l’editore non si sia mai interessato del rilancio del giornale, anzi: l’azienda è arrivata a chiudere la redazione di Matera della Gazzetta del Mezzogiorno proprio qualche mese prima dell’inizio delle celebrazioni per Matera Capitale della Cultura 2019”.
Di “frustrazione e preoccupazione” ha parlato Giovanni Longo, del Cdr della Gazzetta del Mezzogiorno, mentre il Comitato di redazione, il direttore della Sicilia e il presidente dell’Assostampa Siciliana, Alberto Cicero, hanno respinto con forza le accuse della Procura sulle presunte ingerenze dell’editore sulla linea editoriale e stigmatizzato gli attacchi ai cronisti del giornale. “Nessuno si deve permettere di dare una patente a nessuno di noi giornalisti della Sicilia”, ha ammonito il nuovo direttore responsabile del quotidiano La Sicilia, Antonello Piraneo, nominato dai commissari.
I giornalisti del quotidiano di Catania hanno anche scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Solidarietà e vicinanza ai lavoratori delle testate coinvolte nel sequestro di beni a carico di Mario Ciancio Sanfilippo è stata espressa anche dal Sindacato Giornalisti della Calabria. (giornalistitalia.it)

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