
“Ai tg gli spettatori chiedono di selezionare le notizie veramente importanti e quindi di non nasconderle – spiega Scaglioni – Abbiamo realizzato una mappa dei tg secondo la percezione degli utenti circa la credibilità e l’estensione dell’offerta delle notizie”.
Così si è visto che il Tg1 “é stato paragonato alle reti commerciali – continua Scaglioni – mentre sono percepiti come servizio pubblico Tg3, il Tg de La7 e quello di Skytg24 per la loro estensione e quantità”.
Ma a “bocciare” il tg della Rai sono arrivati anche altri dati. Come quelli di una ricerca condotta in 11 Paesi (Usa, Canada, Uk, Giappone, Sud Corea, Australia, India, Colombia, Italia, Grecia e Norvegia) e presentata da Gianpietro Mazzoleni dell’università degli Studi di Milano.
“In Italia sono stati analizzati Tg1, Skytg24, Corriere della Sera e la Repubblica – sottolinea – e si è visto che la rete pubblica italiana è quella che ha approfondito meno e dato meno hard news, quelle le notizie di economia, politica e giustizia, rispetto ai media commerciali”.
I tg commerciali sono risultati i più attivi nel sottolineare le implicazioni sociali delle notizie, mentre quelli pubblici i “più attenti a personalizzare”. Non solo. Anche se negli ultimi 2-3 anni i cittadini si sono mostrati più interessati ai temi dell’occupazione, tutela sociale e crescita economica a causa della crisi economica, il Tg1 nel 2010 e 2011 ha parlato principalmente di politica, costume e società e criminalità, come rileva il presidente dell’Ipsos, Nando Pagnoncelli: “Dai i dati dell’Osservatorio di Pavia vediamo che nel 2010 il Tg1 ha parlato di politica (18,2%), costume e società (12,8%) e criminalità (11,9%). Nel 2011 la politica rimane al primo posto, anche se in calo, con il 14,5%, la criminalità sale al 12% e il costume scende all’8,3%. Le notizie su giustizia e terrorismo sono state invece il 9,9%”. (Ansa)