REGGIO CALABRIA – Con il governo Monti, il titolo della legge 150 del 2000 diventa il nome di un nuovo sottosegretariato: “informazione e comunicazione”. Anche il titolare di questo nuovo dicastero, il giornalista Paolo Peluffo, è il nome giusto al posto giusto e al momento giusto. Segno di una precisa volontà del nuovo governo di rilanciare nel Paese il processo di modernizzazione dell’apparato pubblico e il settore dell’innovazione tecnologica, l’Ict, Information and Communication Tecnology.
Chiaro e preciso il curriculum dell’ex redattore de “Il Messaggero” di Roma. Scrive Wikipedia, l’enciclopedia web: “Designato a soli 29 anni, dal presidente del Consiglio, Carlo Azeglio Ciampi, capo dell’Ufficio Stampa di Palazzo Chigi, nel maggio del 1996, Paolo Peluffo è nominato direttore della comunicazione del Ministero del Tesoro e del Ministero del Bilancio, occupandosi di tutta la comunicazione del periodo di ingresso dell’Italia nella moneta unica. Nel maggio del 1999, ottiene l’incarico di consigliere per la Stampa e l’Informazione del Presidente della Repubblica, che mantiene fino alla fine del settennato Ciampi”.
Conclusa l’esperienza di portavoce di Ciampi, a giugno 2006 Peluffo diventa consigliere della Corte dei Conti e contestualmente, riceve l’incarico di capo dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri. Nel 2008, per la stessa Presidenza del Consiglio, è nominato consigliere per le problematiche della comunicazioni istituzionali. Due anni fa, infine, è stato nominato consulente del Presidente del Consiglio dei Ministri per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Dire allora che sarà facile per la Federazione della Stampa dialogare con il sottosegretario Peluffo sulle problematiche legate all’attuazione nella pubblica amministrazione italiana della legge 150 sulla “informazione e comunicazione istituzionale” è cosa ovvia.
Insomma, sarà agevole attuare un tavolo tecnico dove affrontare, in scioltezza, il tema degli uffici stampa pubblici, sullo status dei giornalisti-addetti stampa e dei loro colleghi comunicatori pubblici, sulla organizzazione degli uffici stampa, degli uffici delle relazioni pubbliche, e, novità introdotta dalla digitalizzazione e informatizzazione degli apparati burocratici italiani, con i professionisti dell’Ict, gli informatici chiamati a governare i Ced, centri elaborazione dati, le reti interne dei pc, a regolare l’erogazione a cittadini ed imprese dei servizi pubblici attraverso la rete delle reti, il web, internet. Settore quest’ultimo, trainante per lo sviluppo economico, del valore del 2-3 per cento del Pil nazionale, rilevante per l’aumento della produzione industriale nel campo delle apparecchiature informatiche, importante per creare occupazione tra le nuove figure dei professionisti dell’Ict.
Tre figure, dunque: giornalista, comunicatore, informatico, obbligati sempre più a lavorare gomito a gomito, a vivere le stesse dinamiche di analisi, progettazione, realizzazione, gestione ed erogazione finale attraverso un sito web pubblico, come si dice in gergo “punto gov” di pagelle elettroniche, certificati medici online, pagamenti digitali, convocazioni a testimoniare nei processi, e di tante informazioni e comunicazioni sulle iniziative di sindaci e Comuni, di Province, di Regioni, delle Università, degli oltre cinquantamila enti e organismi di diversa natura che compongono la Pubblica Amministrazione italiana.
Il sottosegretario Paolo Peluffo, quale dirigente pubblico di massimo livello, conosce perfettamente il quadro della situazione italiana ed europea. E’ giornalista, ha fatto l’addetto stampa ed il portavoce. Ed ha incarnato nella propria esperienza professionale la logica della legge 150 e della sua evoluzione contenuta nel Codice dell’amministrazione digitale Cad, e nelle Linee guida generali per i siti web della Pubblica Amministrazione italiana. Dialogare con un sottosegretario tecnico di questo genere è proprio un’occasione imperdibile per la categoria giornalistica.
La nomina del sottosegretario è un’occasione che la Federazione della Stampa non può lasciarsi sfuggire