Gisella Roncoroni della Provincia di Como vittima di violenza verbale e volgarità da un esponente Pdl

Giornalista offesa in Consiglio Comunale

Gisella Roncoroni

COMO – “Il livello di insofferenza, di violenza verbale e di volgarità che sempre più spesso caratterizza i rapporti del mondo politico con il mondo dell’informazione trova l’ennesimo riscontro nelle parole offensive, infamanti e discriminatorie pronunciate durante il consiglio comunale di Como dall’esponente del Pdl, Augusto Giannattasio, contro la giornalista della Provincia di Como, Gisella Roncoroni”.
La denuncia è del presidente del Gruppo Cronisti Lombardi, Rosi Brandi, che esprime solidarietà alla collega, la cui unica colpa è quella di avere fatto – e bene – il suo lavoro. “Evidentemente indispettito – spiegano i cronisti lombardi – da notizie e valutazioni non gradite, il consigliere comunale ha pubblicamente insultato la giornalista tentando di infangarne il profilo professionale e ricorrendo anche a becere allusioni sessuali.
Quanto accaduto a Como, peraltro in una sede istituzionale, è inaccettabile. Il diritto-dovere di informare deve essere difeso in ogni modo e in ogni luogo – tanto più laddove l’esercizio della democrazia dovrebbe essere di casa – così come la dignità professionale e personale del cronista al quale questo diritto-dovere è affidato”.
Il Gruppo Cronisti Lombardi  sollecita, pertanto, il consigliere comunale Augusto Giannattasio a “rendere pubbliche scuse alla giornalista Gisella Roncoroni per le sue volgari affermazioni e si associa al Cdr della Provincia di Como nell’invitare la collega e l’Azienda a procedere con urgenza nelle sedi legali competenti per il grave affronto subito”.
Il Comitato di redazione de La Provincia di Como, nell’esprimere la propria solidarietà alla collega Gisella Roncoroni, esprime la “più ferma condanna per gli insulti espressi nei suoi confronti dal consigliere comunale del Pdl di Como Augusto Giannattasio. Si può rimanere delusi – afferma il Cdr – per dei voti insufficienti ricevuti nella «pagella» dei consiglieri comunali, ma questo non dà il diritto di prodursi in dichiarazioni volgari e infamanti, pronunciate per di più in una sede istituzionale quale è una seduta del Consiglio comunale.
Storpiare con evidente riferimento osceno il cognome di una persona, negare la sua appartenenza a un ordine professionale, svilire il suo impegno di cronista sono fatti di per sé gravi. Anche le allusioni boccaccesche contenute nell’invito ad «andare a fare l’estetista in Svizzera» lasciano allibiti”. Il Cdr, oltre a condannare l’episodio, invita la collega e l’azienda a procedere con urgenza nelle sedi legali competenti e auspica che nel futuro “la politica comasca non cada più in questi abissi di volgarità e di sessismo”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *