La testimonianza del giornalista Salvatore Vassallo al processo per l’omicidio del collega ucciso nell’88

Mauro Rostagno riceveva minacce in redazione

Mauro Rostagno

PALERMO – “Quello vestito di bianco parla troppo. Gliela faremo pagare”. E’ questo il contenuto di una delle telefonate minatorie che, qualche mese prima dell’uccisione di Mauro Rostagno, sarebbero giunte alla redazione dell’emittente televisiva Rtc dove lavorava il sociologo e giornalista assassinato nell’88. Lo ha riferito il giornalista Salvatore Vassallo, che ha desposto oggi nel processo per l’omicidio, in corso davanti alla Corte d’Assise di Trapani.
Vassallo collaborò con Rtc nei mesi immediatamente precedenti al delitto, da aprile a giugno del 1988. Nel corso dell’esame condotto dal pm Francesco Del Bene, il teste ha riferito di due minacce telefoniche indirizzate a Rostagno, una delle quali presa proprio da lui: “Era – ha detto Vassallo – un momento caldo. C’erano in ballo la loggia massonica Scontrino, il processo per l’omicidio del sindaco di Castelvetrano, Pino Lipari, in cui risultava imputato il boss mazarese Mariano Agate e si cercava di scoprire la connessione tra mafia, massoneria e politica.
Le telefonate che ci giunsero erano legate all’attività giornalistica di Rostagno sul processo Lipari. Una la presi io e dalla voce capì che era un siciliano. L’altra forse la prese direttamente Rostagno. Raccontai a Mauro del contenuto della telefonata e lui si fece una risata. Era normale nell’attività giornalistica, soprattutto per chi scriveva di nera o giudiziaria, che qualcuno si inalberasse”.
Secondo Vassallo, Rostagno riferì delle minacce ricevute a un non meglio precisato magistrato del Tribunale. “La Polizia disse che se non si concretizzavano queste minacce non potevano far nulla – ha proseguito Vassallo – E poi si concretizzarono con la morte di Rostagno”.
“Ignazio Piacenza, cassiere della banca di Xitta dove ero cliente, una volte mi disse: “Questo direttore (Mauro Rostagno, ndr) deve stare attento, parla troppo. Sarà spento entro il mese successivo”. Quell’episodio risale al periodo in cui lavoravo per Rtc. E poco prima che Piacenza mi dicesse questo, Mauro aveva fatto un servizio di uno scandalo sul Comune di Trapani”, ha riferito ancora Vassallo. Rostagno non era effettivamente il direttore di Rtc, ma molti lo ritenevano tale.
Vassallo ha descritto così il modo di fare giornalismo di Rostagno: ”Era critico. Non si limitava a dare la notizia, ma la commentava, esprimeva un giudizio nei suoi redazionali che erano molto seguiti. Era Rostagno che dettava la linea editoriale e manteneva la sua indipendenza rispetto all’editore, Puccio Bulgarella”. Rispondendo alla domanda del pm Francesco Del Bene, che gli ha chiesto se l’editore avesse mai frenato l’attività  giornalistica di Rostagno, Vassallo ha detto: “A me non risulta personalmente”.

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