L’appello ai media del vicesegretario Fnsi in vista del trasbordo: “Teniamo alta l’attenzione su una vicenda che riguarda tutti”

Armi chimiche a Gioia Tauro, Parisi: “Non abbassate la guardia”

Il Porto di Gioia Tauro

Una delle stragi compiute con armi chimiche in Siria

REGGIO CALABRIA – “Non abbassate la guardia e continuate, piuttosto, a tenere alta l’attenzione su una vicenda che riguarda non solo la Calabria, ma l’intero Paese”. E’ l’appello che il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e vicesegretario della Fnsi, Carlo Parisi, rivolge “a tutti gli organi di informazione, locali e nazionali”, in riferimento all’annunciato trasbordo delle armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro.
Un appello, quello del vicesegretario della Federazione Nazionale della Stampa, che si aggiunge a quelli degli amministratori locali e degli stessi vertici della Regione Calabria, “tutti unanimamente preoccupati  – sottolinea Parisi – per una vicenda di cui fino a ieri non si sapeva nulla e che, anche per questo, ora desta ancor più preoccupazione tra i lavoratori interessati dall’operazione e la popolazione calabrese”.
Una paura “ragionevolissima, – incalza Parisi – che rischia di diventare panico, se alimentata da informazioni scarse e approssimative che, a quanto pare, sono le uniche arrivate sinora ai media”.
“Cari colleghi – si rivolge, ancora, ai giornalisti il vicesegretario della Fnsi – siate consapevoli del ruolo strategico e fondamentale che svolgete e dovete svolgere in questa vicenda: informatevi, chiedete, scrivete, raccontate, fate da limpida cassa di risonanza alla voce del popolo e a quella del governo, locale e centrale, da cui attendiamo risposte, a questo punto, trasparenti e sicure”.

Un commento:

  1. Alberto De Stefano

    Ancora una volta è solo grazie alle voci libere e forti, che possiamo nutrire una residua speranza di tutela del Sud e della Calabria. Fa orrore vedere rinnovato l’oltraggio secolare (ricordate la beffa del centro siderurgico?) alla Calabria ed a Gioia Tauro. Povera terra nostra, abbandonata, vituperata, indifesa da una struttura politica a da una classe regionale dedita unicamente ai brogli ed al malaffare. Da tempo vado sostenendo che il 1970, l’anno delle regioni, è stato nefasto per il Paese e perla Calabria: aboliamole!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *