Al via nel capoluogo campano il X Forum internazionale dell’informazione sulla tutela della natura: “Un futuro senza rifiuti”

6 – 9 novembre 2013: Napoli capitale della sostenibilità

NAPOLI – Capitale naturale, debito ecologico, nuovi metodi per la logistica e il trasporto delle merci, sostenibilità ambientale delle attività umane. Quelli che, a un’analisi superficiale, possono sembrare concetti astratti e lontani dagli interessi dell’opinione pubblica, rappresentano invece le parole d’ordine per risolvere in modo efficace e innovativo il problema attualissimo dei rifiuti.
Come ridurne il numero? Quali strumenti per stimolare riuso e riciclo dei beni durevoli? Quali i sistemi di smaltimento a minore impatto? Quali le esperienze migliori replicabili in Italia e nel mondo? Come è possibile contrastare gli interessi economici che la criminalità organizzata ha costruito attorno al ciclo dei rifiuti?
Tante questioni aperte. Tutte straordinariamente concrete. Soprattutto per la città di Napoli e per la Campania. Assume quindi un significato particolare il X Forum internazionale dell’informazione per la salvaguardia della natura “People Building Future – Un futuro senza rifiuti”, che si è aperto stamattina nel capoluogo campano.
Organizzato dal Comune di Napoli e dall’associazione Greenaccord Onlus, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, per quattro giorni porterà nella splendida cornice di Castel dell’Ovo una trentina di relatori di caratura mondiale. Con loro si confronteranno oltre cento giornalisti provenienti da tutto il mondo. Una peculiarità, quest’ultima, che ha sempre contraddistinto gli appuntamenti di Greenaccord. Sono infatti i giornalisti che dovranno comunicare i temi ambientali alle rispettive opinioni pubbliche. Un passaggio irrinunciabile per trasformare gli allarmi e i suggerimenti degli esperti in politiche pubbliche utili a evitare un irreversibile default ecologico del Pianeta.
“Organizzare qui il Forum internazionale Greenaccord dimostra che la nostra città può essere considerata una realtà protagonista di una rivoluzione ambientale fondata su un ciclo di rifiuti alternativo” osserva Tommaso Sodano, vicesindaco e assessore all’Ambiente di Napoli, che ha ricordato lo sforzo dell’amministrazione comunale per “una politica dei rifiuti chiara e netta: vogliamo porre fine alla stagione emergenziale e alla filiera discariche-inceneritori, facendo calare il sipario sulla stagione delle ecomafie e delle lobby, per scegliere la strada del potenziamento della raccolta differenziata, del compostaggio, del riuso e del riciclo”.
“Una preziosa e qualificata occasione di riflessione” ha osservato il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro intervenuto a inizio giornata. “Il tema trattato dal Forum è di incredibile attualità e rappresenta uno stimolo a fare sempre meglio. E’ necessario confrontarsi, senza paure, sulle diverse soluzioni. Il ciclo integrato dei rifiuti sconta in Campania ritardi storici. Noi siamo a lavoro per allineare il nostro sistema alle migliori esperienze italiane ed europee. Per farlo è necessaria la buona amministrazione, la leale collaborazione istituzionale ed il sostegno dei cittadini. Oggi la Campania può vantare una legislazione all’avanguardia per la tutela dell’ambiente, le aeree protette più estese del Paese”.
Un progetto che gli strumenti tecnici attuali rendono certamente realizzabile. Ma un sogno ambizioso, vista la condizione di partenza: “Non credo ci sia al mondo materia trattata in modo più irrazionale e illogico dei rifiuti” commenta Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord Onlus in apertura dei lavori. “Troviamo, magari all’interno dello stesso Stato, luoghi dove si realizzano pratiche virtuose e luoghi dove vi sono risultati scadenti, raccolte differenziate spinte che non confluiscono a filiere di riciclo e impianti di riciclo che hanno pochi materiali da trattare. Si costruiscono impianti, sia di incenerimento che di produzione di energia elettrica, che per essere alimentati efficacemente necessitano di materiali da far giungere da zone lontane o addirittura da altre nazioni. Si interrano rifiuti pericolosi dove insistono coltivazioni e abitazioni. Tutto sembra così schizofrenico che viene naturale chiedersi: possibile che, malgrado esperienze efficaci e tecnologie avanzate, non si possa trovare una soluzione che metta d’accordo cittadini, istituzioni e imprenditori?”.
Per rispondere a questa domanda, a Napoli si sono dati appuntamento alcuni tra i massimi esperti mondiali sul tema rifiuti. Nomi del calibro di Robert Costanza (economista ecologico, docente di Public Policy all’Australian National University e ideatore dell’indice di Progresso Genuino, uno dei principali indicatori alternativi al PIL), William Rees (docente alla British Columbia University e storico inventore del concetto di Impronta ecologica), Gary Gardner (ricercatore del Worldwatch Institute), Friederich Hinterberger (SERI), Héctor Castillo Berthier (Universidad Nacional Autónoma de México), Paul Connett (scienziato, ideatore della strategia “zero waste”). Nelle loro relazioni, approfondiranno il legame tra il problema rifiuti, la qualità della vita umana e la tutela degli ecosistemi terrestri. E, partendo da esperienze concrete, proporranno vie alternative per costruire un modello di sviluppo che sia finalmente sostenibile da un punto di vista economico, ecologico e sociale.
Un’esigenza rimarcata con forza anche dal cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, intervenuto stamane. “Abusare dell’ambiente, offendere la natura e violentarla è colpa più grave di tante altre. Per questo, nella mia ultima Lettera Pastorale “Canta e cammina”, ho invitato tutti a un impegno di responsabilità, per educare, per formare, per guidare il popolo di Dio e anche per correggere errori commessi da noi nel non aver usato il necessario rigore nel condannare chi abusa di beni che sono della collettività, provocando danni gravi e irreparabili a persone e comunità intere. A tale fine ho sollecitato sacerdoti, parroci, religiosi, diaconi e laici ad una rinnovata consapevolezza del nostro ruolo e a concentrarsi sul valore dell’etica pubblica, là dove si giocano i destini di tutti. Come Chiesa locale non dimentichiamo che la mancanza di interesse verso il bene comune, il ripiegamento su stessi, l’autoreferenzialità sono all’origine del degrado del tessuto sociale come di quello religioso”.
Il programma completo del X Forum internazionale per la Salvaguardia della Natura è disponibile sul sito www.greenaccord.org. Sullo stesso sito, sarà possibile seguire tutte le sessioni del Forum, in diretta streaming. (Greenaccord)

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