Si definisce un “ideologo della pigrizia”, è “favorevole ad un azzeramento dell’Ordine” ed è per la professione “in esclusiva”

Giorgio Levi eletto tesoriere dell’Odg Piemonte

Giorgio Levi

TORINO – E’ Giorgio Levi il nuovo tesoriere dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte. L’ha eletto il Consiglio Regionale quasi quattro dopo l’elezione delle altre cariche. Nel giugno scorso, infatti, dall’urna erano uscite 9 schede bianche, conseguente epilogo del violento scontro all’interno della maggioranza dopo l’elezione del segretario Andrea Caglieris che aveva avuto la meglio (5 a 3 e 1 scheda bianca) su Maria Teresa Martinengo. Nell’occasione, le mansioni del tesoriere erano state affidate al presidente Alberto Sinigaglia (confermato con 8 voti e 1 scheda bianca), incaricato anche di redigere un regolamento “restrittivo” sulle spese.
Alla vicepresidenza, invece, il pubblicista Ezio Ercole era stato confermato con 5 voti e 4 schede bianche. Fanno, inoltre, parte del Consiglio Regionale dell’Odg Piemonte i professionisti Emmanuela Banfo e Piero Bosonetto ed i pubblicisti Franca Giusti e Franca Leonetti.
Nato a Torino il 17 febbraio 1952, è giornalista professionista dal 20 giugno 1986. Ha lavorato alla Mondadori, a Retequattro, nel Gruppo “la Repubblica-Finegil” e in altri 12 giornali, tra cui Topolino, quindi a “La Stampa”.
Spiega di aver fatto il giornalista “perché da bambino, una sera che i miei genitori erano usciti, ho visto «Dieci in amore», il film con Clark Gable e Doris Day”.
Si definisce “un ideologo della pigrizia, convinto che fare nulla sia lo stato vero della beatitudine dell’uomo. Guardare il cielo, fumare il mio Toscano, contare le nuvole che passano, abbracciare un pino, annusare l’aria in primavera. Tutto questo non è scritto nei libri, non s’impara a scuola, non lo sai fino a quando lavori”.
Amante dello sport, gioca a golf ed ha praticato lo sci. Ha scritto “Volevo essere Jim Gannon” ed è stato componente dell’esecutivo dell’Associazione Stampa Subalpina. E’ tutor al master di giornalismo dell’Università di Torino e nel Comitato Scientifico del Centro Studi sul giornalismo “Gino Pestelli”. Dal suo blog “Il Times” racconta fatti e misfatti delle riunioni del Consiglio Regionale dell’Ordine dei giornalisti in corso Stati Uniti, a Torino.
“D’altra parte – ha scritto – qui è tutto un po’ così, una mediazione a tempo indeterminato. Capisco, se posso mi adeguo, non sono certo che le mediazioni portino a dei risultati. Sono dell’idea che gli angoli siano utili non per essere smussati ma per affrontarli e superarli, di punta (angoli appunto). Si fa più strada e si ottengono risultati migliori”.
Giorgio Levi resta, comunque, “favorevole ad un azzeramento dell’Ordine, come entità in generale, pur con tutte le difficoltà normative del caso. La svolta verso l’era di giornalisti 2.0 – sottolinea – è possibile solo ripartendo da zero, tenendo a mente che i giornalisti del futuro saranno soltanto quelli che svolgeranno questa professione e non altre, e che questo dovrà essere il loro esclusivo lavoro. Alle riforme non credo, portano via tempo, durano anni e sono già vecchie prima ancora di nascere”.
“Il fatto che sia favorevole alla rivoluzione finale (come migliaia di altri professionisti di questo Paese) – aggiunge Levi – non significa abbandonare la nave davanti all’Elba. L’avere accettato di svolgere il ruolo di tesoriere rientra esattamente in questo. Se indosso la maglia di consigliere dell’Ordine significa che giocherò in questa squadra per portare a casa i risultati migliori. Dati i tempi di inconsolabile magra sarà difficile che siano esaltanti. I costi lievitano e le risorse si restringono, mentre dovrebbe accadere esattamente il contrario. Ci proverò. Quello che è certo è che mi opporrò  a far pagare il conto agli iscritti. In un mondo giornalistico piemontese dove ci sono editori che compensano con un euro ad articolo e altri che non esitano a mettere alla porta ragazzi che hanno abbondantemente sfruttato per anni, e con l’iscrizione all’Ordine obbligatoria, è un passo che non ci possiamo permettere”.

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