ROMA – “Quest ’ultimo episodio, che ha portato all’arresto del giornalista Francesco Gangemi, conferma quanto sia necessario e ormai indifferibile un intervento del Parlamento per modificare la legge che disciplina la diffamazione a mezzo stampa”.
Simone Baldelli, deputato del Pdl e vicepresidente della Camera dei deputati, ricorda infatti che “su richiesta del Pdl questo argomento è stato inserito già da qualche tempo all’interno del calendario dei lavori dell’assemblea di Montecitorio, e il seguito dell’esame, in Aula, del testo di legge su questo tema è previsto per la prossima settimana”.
“È necessario ed auspicabile – sottolinea Baldelli – che tutte le forze politiche si impegnino per varare al più presto questa nuova disciplina, e per superare questa situazione ormai intollerabile”.
Per la deputata Jole Santelli (Pdl), è “una vergogna assoluta che un giornalista di 79 anni finisca in carcere a causa di una condanna per diffamazione”.
“Non conosco le motivazioni giuridiche che hanno portato a questa scelta – sottolinea Jole Santelli – ma non ce ne possono essere di ordine logico e morale. Un totale controsenso”. (Agenparl)
Il presidente del Gruppo Misto alla Camera e vicepresidente di Centro Democratico, Pino Pisicchio, dal suo spara “che la Camera riesca ad approvare nei prossimi giorni il provvedimento che abolisce il carcere per i giornalisti. La carcerazione di Francesco Gangemi, un pubblicista di 79 anni, francamente rappresenta un non senso e, insieme, un allarme al Parlamento che non riesce a chiudere il provvedimento”. (Asca)
Il vicepresidente del Gruppo Sel al Senato, Peppe De Cristofaro, riiene che “l’arresto di un giornalista è un atto aberrante oltre che inquietante, tanto più quando avviene in una nazione civile come la nostra che dovrebbe garantire, Costituzione alla mano, la libertà di pensiero e non dovrebbe perseguire i reati di opinione”.
De Cristofaro, commentando l’arresto del giornalista, afferma che “la carcerazione di Francesco Gangemi, giornalista di 79 anni condannato per diffamazione e per falsa testimonianza per non avere rivelato le fonti fiduciarie di notizie, è un fatto gravissimo e sconcertante al quale si deve porre subito rimedio. Intanto, restituendo la libertà a Gangemi e subito dopo modificando la legge sulla diffamazione che giace da mesi in Parlamento”.
Intanto, dopo la denuncia del segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, e del vicesegretario nazionale Carlo Parisi, che hanno chiesto l’intervento del Parlamento, anche il Direttivo dell’Associazione Stampa Romana “protesta vibratamente per il trattamento riservato al collega Francesco Gangemi, 79 anni, arrestato su disposizione della Procura Generale della Repubblica di Catania e portato nella Casa Circondariale «San Pietro» dove deve scontare due anni di pena residua”.
Il collega, secondo l’ordinanza della Procura Generale della Repubblica di Catania, a firma del sostituto procuratore generale Elvira Tafuri, sarebbe colpevole di diffamazione a mezzo stampa durante la direzione del periodico “Il Dibattito” e il rifiuto di rivelare la fonte delle proprie notizie.
“Ancora una volta – sottolinea il Direttivo Asr – si colpisce la libertà di informazione applicando una norma che punisce comportamenti ritenuti perfettamente legittimi dalla Corte dei diritti di Strasburgo che ha ripetutamente affermato che nessuno Stato può ostacolare la funzione di «cane da guardia della democrazia» dei giornalisti”.
Il Direttivo esprime “solidarietà al collega Gangemi e chiede a tutti gli organismi di categoria di mobilitarsi a difesa dell’autonomia dei giornalisti e del diritto dei cittadini a essere correttamente e liberamente informati”.
L’allucinante arresto di Francesco Gangemi provoca una valanga di legittime proteste dentro e fuori Montecitorio