Nel 70° della ricostituzione della Fnsi, la Giunta Esecutiva straordinaria sottolinea la vicinanza soprattutto ai meno garantiti

Siddi: “Non lasciamo alcun collega in solitudine”

Franco Siddi

ROMA – “Il rinnovato impegno della Federazione Nazionale della Stampa Italiana è quello di non lasciare alcun collega in solitudine. Chi ha perso un lavoro, chi non riesce a ritrovarlo e chi non l’ha mai trovato avrà nella Fnsi la casa dei giornalisti, sempre pronta a battersi per la difesa e l’affermazione della professione”.
Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, nell’aprire i lavori della Giunta Esecutiva celebrativa del 70° anniversario della rinascita del sindacato dei giornalisti italiani, dopo 18 anni di chiusura imposta dal fascismo, ha rivolto il suo primo pensiero ai meno garantiti, a quanti continuano a credere nei valori di “una professione che, nella società civile, è sempre stata motore di solidarietà, partecipazione, democrazia”.
Nella sala “Walter Tobagi” della Fnsi, alla riunione della Giunta Esecutiva in seduta straordinaria con le Associazioni regionali di stampa, è toccato, quindi, al direttore Giancarlo Tartaglia ripercorrere le tappe della ricostituzione della Federazione della Stampa, avvenuta il 26 luglio 1943, poche ore dopo la caduta del regime, grazie a venticinque valorosi colleghi.
Franco Siddi ha ricordato, tra l’altro, i momenti di difficoltà che nei 105 anni di storia della Fnsi non hanno mai fatto venire meno l’unità della categoria, cementata dai valori di una professione costruita anche attraverso la costituzione degli altri istituti di categoria.
Presenti il presidente della Casagit, Daniele Cerrato, ed i vicepresidenti dell’Inpgi e del Fondo Giornalisti, Paolo Serventi Longhi e Gianfranco Astori, è stato il presidente della Fnsi, Giovanni Rossi, a sottolineare il “rapporto profondo dei giornalisti con la propria organizzazione sindacale”, riconosciuto anche dal presidente del Senato, Pietro Grasso, che in un messaggio si è detto “idealmente presente alla celebrazione che rappresenta una preziosa occasione per ricordare l’importanza di questo organismo sindacale unico e unitario dei giornalisti italiani”.
Grasso ha quindi, espresso, “stima per l’attenzione con cui svolgete il vostro lavoro, prezioso e importante per i cittadini e per la nostra Repubblica”. (GC)

L’INTERVENTO DEL DIRETTORE DELLA FNSI GIANCARLO TARTAGLIA:

Il 26 luglio del 1943 rinasceva la Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, organismo rappresentativo unico e unitario dei giornalisti, era nata a Roma nel 1908 per volontà delle Associazioni territoriali di stampa, sorte dopo l’unificazione del Paese, con lo scopo di rappresentare e tutelare gli interessi del giornalismo italiano. La Federazione della Stampa, dalla sua costituzione, ha sempre rappresentato tutto il mondo giornalistico, a prescindere dalle appartenenze politiche. Questa premessa programmatica le ha consentito, nel corso dei decenni, di raggiungere obiettivi fondamentali per lo sviluppo e le garanzie della professione.
E’ stata la Federazione Nazionale della Stampa Italiana a sottoscrivere con gli editori, nel 1911, il primo Contratto Nazionale di Lavoro di categoria. Per volontà della Federazione della Stampa sono state realizzate le prime forme assistenziali di settore, che hanno portato al riconoscimento contrattuale e alla costituzione di un Istituto Nazionale di Previdenza per i Giornalisti Italiani, cosi come nel dopoguerra, grazie all’azione politica della Federazione, è stato possibile dare riconoscimento legislativo all’ordinamento professionale, favorire la nascita di forme assistenziali e previdenziali di settore, ma soprattutto intervenire per garantire il rispetto della libertà di stampa, quale istituto fondamentale dello stato democratico.

Non a caso, allorché il fascismo conquistò il governo del Paese si pose tra i suoi principali obiettivi quello di controllare le Associazioni territoriali e la Federazione Nazionale della Stampa. Pagine importanti nella storia dell’Italia sono state scritte tra il 1923 e il 1925 dalle libere organizzazioni giornalistiche per difendersi dall’ “assalto”  del fascismo. Sempre, attraverso le libere elezioni, il tentativo fascista fu sconfitto, ma nel 1925, grazie all’intervento dei prefetti, quasi tutte le Associazioni Regionali di Stampa furono commissariate e alla fine dell’anno la Federazione cadde definitivamente nelle mani del fascismo, che l’anno successivo la abolì. Con la costruzione dello stato corporativo la rappresentanza dei giornalisti fu affidata per i successivi diciotto anni al Sindacato Nazionale Fascista dei Giornalisti, organo di Stato rigidamente controllato dal regime.

All’indomani della diffusione della notizia, trasmessa dalla radio nel pomeriggio del 25 luglio 1943 della caduta del fascismo e dell’affidamento della responsabilità del governo al maresciallo Pietro Badoglio, il pensiero dei giornalisti italiani fu quello di riunirsi, nelle prime ore del 26 luglio a Palazzo Marignoli a Roma, per formalizzare con un documento sottoscritto da tutti i presenti che era finalmente rinata a liberi e democratici ordinamenti la Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Si trattava, in quel momento, di un atto simbolico ma altamente rappresentativo della volontà del giornalismo italiano di riacquistare le sue istituzioni soppresse dalla dittatura. Artefice della ricostituzione federale fu il collega Leonardo Azzarita, che già aveva ricoperto incarichi nelle strutture rappresentative giornalistiche del prefascismo. L’impegno personale di Azzarita, che sarà sino alla fine degli anni ’50 consigliere delegato della Federazione, assicurò una ripresa dell’attività federale su tutti i campi: da quello della tutela del lavoro, a quello della difesa della libertà di stampa e della riaffermazione del suo valore ineludibile nel testo costituzionale.
Il primo presidente della rinata Federazione fu Ivanoe Bonomi, cui seguirono nomi prestigiosi del giornalismo e della cultura italiana, come Luigi Salvatorelli, Alberto Bergamini, Vittorio Emanuele Orlando, Alessandro Casati, Mario Missiroli, per citarne soltanto alcuni.
Nel solco di quelle premesse rifondative,  la Federazione della Stampa ha continuato, in tutto questo settantennio,  a rimanere fedele al mandato della difesa della libertà e della democrazia, che quei fiduciosi colleghi vollero assumersi come impegno e bandiera del giornalismo italiano all’alba di quel caldo 26 luglio di 70 anni fa.

IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DEL SENATO PIETRO GRASSO:

Vi ringrazio per l’invito alla seduta straordinaria della Giunta esecutiva con le Associazioni regionali di stampa in occasione del 70° Anniversario della rinascita della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Concomitanti impegni non mi consentono di essere tra voi, ma vi prego di ritenermi idealmente presente. L’incontro costituirà certamente un’occasione preziosa per ricordare l’importanza di questo organismo rappresentativo unico e unitario dei giornalisti, ricostituito all’indomani della caduta del fascismo, con un atto che era innanzitutto teso a ribadire il fondamentale e imprescindibile binomio tra attività giornalistica e libertà dell’individuo.
L’informazione è una componente fondamentale di ogni democrazia sana, ne promuove la crescita culturale e il progresso, ne garantisce il pluralismo.
A voi tutti va la mia stima più profonda per la passione e l’attenzione con la quale svolgete il vostro lavoro, a volte difficile, problematico, esposto a critiche, ma che è di importanza fondamentale per i cittadini, per le istituzioni e per la nostra Repubblica.

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