Appello al mondo della politica affinché finanzi il nucleo fondante del giornalismo che rischia di scomparire

Crisi e tagli penalizzano la qualità dell’informazione

Luigi Contu

Giovanni Legnini

ISCHIA (Napoli) – Tra i rischi della crisi economica che sta attanagliando l’Italia c’è anche quello di di avere un’informazione sempre più superficiale. Il meccanismo è tanto semplice quanto preoccupante: i tagli diminuiscono gli organici nei giornali e i giornali non hanno la possibilità di approfondire, di specializzarsi, di assicurare un ricambio generazionale.
Da qui una sorta di “chiamata alle armi” che parte dal Premio Ischia Internazionale di giornalismo. Un appello al mondo della politica affinché finanzi quello che rappresenta il nucleo fondante del giornalismo e che rischia di scomparire. I numeri sono chiari e per il comparto dell’editoria sono tutti negativi, tutti all’insegna delle “uscite”, non certo delle “entrate” dei giornalisti.
E la conseguenza è che la qualità dell’informazione cala, di netto. “Abbiamo vissuto negli ultimi cinque anni una crisi dell’editoria talmente profonda che è difficile formare i giovani, farli andare nei posti, farli aggiornare”, ha spiegato il direttore dell’Ansa, Luigi Contu, che ha preso parte al dibattito sul tema “la crisi raccontata dai giornali”, con il sottosegretario all’Editoria, Giovanni Legnini, il capo redattore del Wall Strett Journal, Francesco Guerrera, e moderato da Sarah Varetto, direttore di Skytg24.
“All’Ansa, che è la prima agenzia di stampa italiana, abbiamo perso il 30% dei redattori – ha spiegato ancora Contu – bisogna capire che l’informazione è un bene di tutti, lo dovrebbero sapere gli editori, la classe politica. Avere la possibilità di finanziare l’aggiornamento, mandare i giornalisti a studiare i processi è fondamentale, altrimenti c’è sempre il rischio di una informazione superficiale, è un cane che si morde la coda”. E sulla necessità di finanziare “le uscite ma anche le entrate”, si è detto d’accordo il sottosegretario Legnini che, in tal senso, auspica una “operazione editoria”. “E’ decisivo il tema del ricambio generazionale – ha sottolineato Legnini – e della specializzazione. Sky ha fatto un tratto di strada importante, le agenzie stanno facendo un tratto altrettanto importante di strada”.
“La mia proposta, che spero diventi decisione da parte del Governo, è che, ci sono crisi aziendali, esuberi, crollo della pubblicità e delle vendite, e quindi bisogna sostenere l’uscita, ma finanziamo anche l’entrata, i giovani e l’innovazione, la specializzazione e l’internalizzazione, ad esempio delle agenzie”.
“I cittadini pensano che i grandi giornali siano finanziati, e invece non è affatto così, non lo è da anni – ha spiegato Legnini – il fondo dell’editoria è calato da 700 milioni di euro nel 2005 a 160 milioni di euro, altro che spending review. Sono 220 le piccole testate che ricevono finanziamenti, onlus, cooperative, enti morali, per esempio. Si può discutere se alcune di queste testate hanno configurazioni giuridiche elusive, e lo stiamo facendo visto che grazie a dei controlli abbiamo recuperato 10 milioni di euro e li abbiamo distribuiti tra chi è in regola”. Ma quello che ora è importante, ha ribadito Legnini, è la necessità “di puntare su questo: sul ricambio generazionale e sulla specializzazione”. Un risultato che può essere raggiunto assicurando finanziamenti. E di conseguenza assicurando la qualità”. (Ansa)

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