Per il segretario della Fnsi “è praticabile l’idea del Garante di aggiornare il codice dei giornalisti”, ma “niente vincoli autoritari”

Privacy, Siddi: “Non si strumentalizzi il tema intercettazioni”

Franco Siddi

ROMA – Il tema delle intercettazioni non va mai strumentalizzato. Resta di tutta evidenza che la cronaca giudiziaria appartiene alla responsabilità etica e professionale dei giornalisti e non può reggersi su vincoli autoritari.
Il Garante della privacy, Antonello Soro, nella relazione annuale al Parlamento ha posto correttamente il tema della conservazione e trattamento di dati e di informazioni (di cui le intercettazioni sono capitolo rilevante) relativi a persone sottoposte a osservazione o inchieste per fatti di giustizia da parte della magistratura. Su questo tema, Soro ha annunciato “un’attività conoscitiva sulle procedure seguite dalle Procure e dai gestori incaricati” e un imminente provvedimento con “soluzioni idonee a elevare lo standard di protezione dei dati trattati e evitarne indebiti di divulgazioni”.
Di conseguenza oggi non è giornata di strumentalizzazione alcuna sulla materia delle intercettazioni ma semmai, per il giornalismo e i media, di attenzione e riflessione su altre osservazioni dello stesso Garante che mettono in discussione il “giornalismo di trascrizione” e quello “voyeristico”, richiamando il valore delle Carte deontologiche, a partire da quella di Treviso sui minori e dal Codice di autoregolamentazione sulla privacy.
C’è sicuramente necessità, per fare buon giornalismo senza censure, né omissioni sull’informazione di pubblico interesse rispettando la dignità delle persone, di tenere perennemente alta l’asticella della responsabilità etica. L’autoregolamentazione è la strada maestra. Non mutano i “fondamentali”.
Le trasformazioni in corso nell’offerta dell’informazione dei media, la velocità di diffusione e aggiornamento, il rischio di permanenza degli errori per lungo tempo o per sempre in archivi indistinti della rete impongono semmai una rivalutazione degli strumenti di applicazione delle norme esistenti per soluzioni efficaci e di garanzia per diritti che devono avere sempre il loro giusto bilanciamento: quello dei cittadini ad essere informati, quello delle persone alla tutela della propria dignità umana sugli aspetti particolarmente meritevoli di tutela. In questo senso e con questa declinazione appare senz’altro praticabile l’idea del garante Soro di promuovere una riflessione sul possibile aggiornamento del codice di autoregolamentazione dei giornalisti.

SIDDI: “BENE LA BOLDRINI, NO ALLA PRIVACY COME PRETESTO PER LIMITARE L’INFORMAZIONE”

Ha ragione la Presidente della Camera, Laura Boldrini: la privacy non può mai essere un pretesto per limitare l’informazione di pubblico interesse; soprattutto quando questa riguarda persone pubbliche e, ancora di più, la Pubblica amministrazione. Le sue parole sono di una chiarezza assoluta e sono anche una speranza perché, in questa legislatura, possa essere adottato anche in Italia il Foia (Freedom Of Information Act) per garantire l’accesso e la vera trasparenza degli atti della vita pubblica, come chiede con la Fnsi un apposito Comitato denominato Foia Italia. Questa istanza va di pari passo con il riconoscimento della massima attenzione che gli operatori e i mezzi di informazione debbono avere nel rispetto che la sfera personale di qualsiasi soggetto, soprattutto di minori e dei più deboli, non entri, per qualsiasi vicenda, nel circuito dell’informazione. No alla volgarizzazione dell’informazione, no alla spettacolarizzazione, allo sfruttamento del dolore.
In ogni caso nulla va nascosto di quanto risulti d’interesse pubblico. Il bene informazione è apprezzabile quando è chiara la sua offerta sulla base dei valori etici universali del giornalismo. Guai, soprattutto, all’omissione di notizie rilevanti per la comunità che riguardino personaggi pubblici, anche se coperte da segreto, qualora siano conosciute dai media, come ha più volte rilevato la Corte di Giustizia europea per i Diritti Umani. La Presidente Boldrini – a ragion veduta e avendo ben chiare anche vicende dolorose – ha reso decoro oggi alle Istituzioni e al suo Alto Ufficio, chiarendo che “chi fa politica attiva ha una tutela attenuata ed è giusto che sia così.

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