Condivisibili parole del presidente della Fieg, Giulio Anselmi, che richiama le responsabilità comuni di editori e giornalisti

Rossi: “Fnsi e Fieg insieme per uscire dalla crisi”

Giovanni Rossi

Giovanni Rossi (presidente Fnsi)

ROMA – E’ evidente che il settore editoriale sta attraversando una crisi che non è contingente, ma che ha carattere strutturale. La presentazione, da parte della Federazione italiana editori giornali (Fieg), del rapporto sullo stato della stampa in Italia nell’ultimo biennio lo conferma. I dati sono drammatici.
Non basta conoscere tali dati ed averne consapevolezza: occorre lavorare per uscire dalla crisi. Sono condivisibili le parole del Presidente della Fieg, Giulio Anselmi, che ha richiamato le responsabilità comuni di editori e giornalisti.
Il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro dovrà essere la sede dove esprimere tale responsabilità. Gli editori devono esprimere progettualità ed i giornalisti debbono accettare la sfida, ognuno per la parte che gli compete.
L’obiettivo principale deve essere quello della riapertura di un mercato del lavoro oggi asfittico. Su questo misureremo anche la reciproca capacità di progettare il futuro del settore senza deprimere ulteriormente il presente.
In questo ambito deve esserci un adeguato intervento della mano pubblica per favorire le trasformazioni tecnologiche sempre più avanzate, con l’obiettivo di operare una vera integrazione multimediale; per realizzare una adeguata formazione degli operatori (giornalisti in primo luogo) affinché i prodotti editoriali si caratterizzino per qualità dell’informazione veicolata. Né deve mancare un adeguato sostegno al pluralismo attraverso un sostegno economico anche diretto, ma qualificato, mirato e non a pioggia.
Anche la legislazione deve cambiare, sia quella che ha prodotto un sostanziale duopolio televisivo nel nostro Paese, sia quella che riguarda gli interventi sociali per affrontare la crisi (la legge 416 va rifinanziata, ma anche modificata riguardo, ad esempio, ai criteri per il ricorso ai prepensionamenti).
Ragionare sul superamento della crisi di questo che è un settore industriale, parte rilevante dell’industria culturale italiana, fonte di reddito per migliaia di lavoratori e per le loro famiglie, deve significare anche cercare il contributo di idee e di azione di tutti i soggetti che vi operano, anche al di là degli editori e dei giornalisti.

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