LIVORNO – Si chiama “La televisione che vogliamo. Regole, diritti, contratti. Insieme per un tv di qualità” la manifestazione che l’Ast, in collaborazione con Tele Granducato e altre emittenti organizza per il prossimo venerdì 26 ottobre (ore 15-19) a Livorno presso l’Auditorium del Museo di Storia Naturale del Mediterraneo (via Roma 234).
Una manifestazione a cui sono invitati non solo gli “addetti ai lavori”, ma tutti coloro che credono in una televisione di qualità e nel pluralismo dell’informazione. Questo il programma provvisorio: ore 15 saluti del presidente della Provincia di Livorno, Giorgio Kutufà, e del sindaco di Livorno e presidente Anci Toscana, Alessandro Cosimi; saluti del presidente dell’Associazione Stampa Toscana, Paolo Ciampi, e del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, Carlo Bartoli.
Ore 15.15 “Dopo il digitale: la situazione toscana (a cura della commissione radio-tv); ore 15.40 “Cosa sta succedendo nelle altre regioni. Interventi da Emilia Romagna, Lazio, Piemonte”; ore 16.30 – 18 interventi e testimonianze dal mondo delle tv (lavoratori, imprenditori, utenti), delle istituzioni e delle forze politiche; ore 18: presidente del Corecom Toscana, Sandro Vannini. Ore 18.15 “La parola alla Regione Toscana: Gianfranco Simoncini, assessore al lavoro, alle attività produttive, alla formazione”; ore 18.30 Roberto Natale, presidente Fnsi; ore 18.45 lettura documento “La Tv che vogliamo”.
“Ripartiamo dal 26 ottobre, da Livorno, dalla manifestazione con cui tutti insieme – lavoratori dell’informazione, editori delle regole, cittadini, istituzioni – chiederemo poche cose, ma chiare. Per esempio, che dalla crisi dell’emittenza locale non vogliamo uscire per tornare a ciò che c’era prima, ma per disegnare nuovi scenari, di regole, contratti, professionalità”. Così, il presidente dell’Assostampa Toscana, Paolo Ciampi, illustra l’iniziativa che nasce, “per esempio, perché non possiamo più permetterci che succeda quello che per troppi anni è successo, in assenza di controlli e sanzioni, con graduatorie a prescindere non solo dai contratti ma anche dal buon senso, contributi non versati, giochi di scatole cinesi, pazzesche com-mistioni tra informazione e pubblicità, assenza dei diritti sindacali.
Per esempio, che è ora di rimettere al centro le regole. E che questo – aggiunge Ciampi – è quanto chiediamo anche alle istituzioni, rispettare le regole e farle rispettare, senza lasciarsi tentare dal piatto di lenticchie di qualche apparizione in più sugli schermi. Finora su tutto questo c’è stato troppo silenzio. Un silenzio assordante, sconcertante, anche a prescindere dalle dimensioni di una crisi che sta mettendo a rischio i posti e i redditi di centinaia di lavoratori, più o meno l’equivalente di una grande fabbrica”.
“Noi – conclude Paolo Ciampi – ripartiamo da Livorno. Per una informazione dei diritti e di qualità, capace di raccontare la realtà dei nostri territori, delle nostre comunità. contro chi vorrebbe vivere di televendite di pentole, interviste a pagamento e illegalità”.