La norma del codice penale che prevede la galera per opinioni espresse sulla stampa dev’essere subito cambiata

Franco Siddi, segretario generale Fnsi
SAINT VINCENT (Aosta) – La confessione di Renato Farina, oggi deputato, di essere stato l’autore dell’articolo che è all’origine del processo e della condanna al carcere del direttore de “Il Giornale” Alessandro Sallusti, non altera i termini del problema evidenziato dalla sua condanna a 14 mesi di carcere.
La norma del codice penale che prevede la galera per contestate opinioni espresse sulla stampa è illiberale e dev’essere subito cambiata. L’intervento del Quirinale è ulteriore indice di garanzia costituzione e invito sostanziale, di fatto, al Parlamento ad agire in questo senso.
I giornalisti non chiedono leggi di corporazione ma coerente legislazione per la libertà di stampa e per la corretta soluzione di conflitti tra cittadini e informazione. Allora accanto alla depenalizzazione dei reati di opinione va istituito il giurì per la lealtà dell’informazione, dal quale i cittadini eventualmente danneggiati da errori o da orrori di stampa possano ottenere immediatamente ristoro del danno qualora dovute e documentate istanze di rettifica non siano state pubblicate.
Una proposta ripresentata oggi dagli onorevoli Giulietti, Pisicchio, Mazzuca, Carra e altri su cui ragionare e decidere è già in Parlamento. C’era anche un anno fa e venne fatta cadere quando si parlava di un’indispensabile riforma dell’Ordine professionale. Se si vuole, ci sono gli strumenti per fare presto una riforma giusta e buona.
La norma del codice penale che prevede la galera per opinioni espresse sulla stampa dev’essere subito cambiata
La confessione di Farina non altera i temi del problema
Franco Siddi, segretario generale Fnsi
SAINT VINCENT (Aosta) – La confessione di Renato Farina, oggi deputato, di essere stato l’autore dell’articolo che è all’origine del processo e della condanna al carcere del direttore de “Il Giornale” Alessandro Sallusti, non altera i termini del problema evidenziato dalla sua condanna a 14 mesi di carcere.
La norma del codice penale che prevede la galera per contestate opinioni espresse sulla stampa è illiberale e dev’essere subito cambiata. L’intervento del Quirinale è ulteriore indice di garanzia costituzione e invito sostanziale, di fatto, al Parlamento ad agire in questo senso.
I giornalisti non chiedono leggi di corporazione ma coerente legislazione per la libertà di stampa e per la corretta soluzione di conflitti tra cittadini e informazione. Allora accanto alla depenalizzazione dei reati di opinione va istituito il giurì per la lealtà dell’informazione, dal quale i cittadini eventualmente danneggiati da errori o da orrori di stampa possano ottenere immediatamente ristoro del danno qualora dovute e documentate istanze di rettifica non siano state pubblicate.
Una proposta ripresentata oggi dagli onorevoli Giulietti, Pisicchio, Mazzuca, Carra e altri su cui ragionare e decidere è già in Parlamento. C’era anche un anno fa e venne fatta cadere quando si parlava di un’indispensabile riforma dell’Ordine professionale. Se si vuole, ci sono gli strumenti per fare presto una riforma giusta e buona.