BARI – Nelle scorse settimane, il presidente dell’Assostampa di Puglia, Raffaele Lorusso, aveva denunciato: “Non si comprende la ragione per cui la Fiera del Levante, pur potendo contare su giornalisti professionisti già presenti in pianta organica, abbia deciso di sopprimere l’ufficio stampa per cercare all’esterno profili con criteri che, allo stato dei fatti, appaiono quanto meno opachi”. Quindi, aveva aggiunto: “L’ente si comporta come se il deficit di 4 milioni di euro accumulato non lo riguardasse”.
Adesso, a bussare alla porta degli uffici d’amministrazione della Fiera del Levante, è stata la Guardia di Finanza, che, su disposizione della Procura di Bari, ha acquisito agli atti dell’indagine il contratto di affidamento diretto con il quale, il 6 luglio scorso, l’Ente ha affidato, fino a dicembre, l’ufficio stampa all’agenzia “Duerighe srl” e la documentazione relativa alla delibera del consiglio di amministrazione e all’impegno di spesa. L’agenzia di relazioni pubbliche e comunicazione d’impresa “Duerighe srl”, con sedi a Bari e a Roma, è diretta da Valentina Ventricelli (che è anche responsabile dell’Ufficio Stampa Confapi Bari e Bat) ed ha come responsabile della Pianificazione Strategica Sergio Ventricelli, presidente dei giovani imprenditori pugliesi aderenti alla Confapi.
Oggi, il presidente della Fiera del Levante, Gianfranco Viesti, è intervenuto sulla vicenda con una nota nella quale afferma: «Venerdì 10 agosto, mentre la Fiera del Levante sta per chiudere per ferie, per una sola settimana, arriva la telefonata. La voce, trionfante: “ma è vero che è venuta la Guardia di Finanza in Fiera?”, già pregusta un bel titolone nel week end, a uffici chiusi.
Il fatto è semplice: dopo la firma del contratto integrativo, e il conseguente nuovo organigramma, la Fiera si è dotata di un ufficio relazioni istituzionali al posto del vecchio ufficio stampa, e ha incaricato una società esterna di curare per sei mesi la comunicazione, in preparazione di una gara per un servizio strutturato.
Perché? Perché, a giudizio di chi guida l’Ente, l’ufficio non funzionava bene; la Fiera aveva bisogno di comunicare di più e meglio; c’erano incompatibilità con nuovi ruoli assunti da una dipendente.
La decisione, come tutte quelle che sono state prese in questi mesi e quelle che seguiranno, volte a rendere la Fiera un po’ meno inefficiente, e soprattutto a rimuovere posizioni di rendita incrostate, non piace ad alcuni (come non piace il sorteggio dell’anno scorso per il personale e l’esternalizzazione dei servizi di biglietteria di quest’anno a chi ancora in questi giorni propone liste di nomi da assumere a settembre). Nessun problema, in Italia c’è libertà di opinione.
Nessun problema se piovono critiche, anche sopra le righe. Poi – giorni fa – la Guardia di Finanza acquisisce proprio quel contratto. Tempismo notevole, ma nessun problema: tutto è in regola, e bene se lo accerta anche la Finanza. Naturalmente il punto non sta nel contenuto dei documenti, ma nel poter raccontare della visita della Guardia di Finanza ad un’opinione pubblica preoccupata per i propri bilanci familiari e arrabbiata per gli sprechi nel settore pubblico. Nell’accostare, con una logica tanto capotica quanto ridicola, la Fiera ad altre inchieste giudiziarie, dato che la responsabile della società è moglie del Segretario generale di un’organizzazione il cui Presidente è indagato! Instilla dubbi, qualcosa resta. Con tempestività, i dipendenti della Fiera contrari al progetto di rinnovamento (gli stessi che sobillavano gli espositori lo scorso settembre), avvisano subito i propri “amici”. Si attende qualche giorno.
Nessun problema, sopravviveremo; se serve, preciseremo, come siamo costretti spesso a fare. Una cosa è certa: se qualcuno pensa che io accetti di vedere la mia reputazione anche solo un po’ macchiata da schizzi di fango, si sbaglia di grosso. Non so se, con il Direttore generale Volpicella e gli organi statutari, ce la faremo a rilanciare la Fiera; lo spero moltissimo; ci stiamo provando con impegno; con trasparenza e onestà. Certamente continueremo così».
Esistono due regole auree che distinguono ruoli e funzioni del giornalista da quelli del comunicatore.
Il giornalista cura le informazioni sulle attività dei vertici istituzionali e delle forze politiche che governano le istituzioni elettive, e le trasmette agli organi di stampa e le pubblica sul sito web.
Il comunicatore cura le informazioni sui servizi erogati e sulle attività amministrative e gestionali dell’Ente, e si rivolge ai cittadini e alle imprese attraverso manifesti, cartelloni, e le pubblica negli appositi spazi del sito web.
Se si fossero avuti chiari i due diversi obiettivi, – a parte strumentalizzazioni e conflitti d’interesse – errori e orrori come quelli raccontati dalla notizia sulla vicenda Fiera del Levante non sarebbero accaduti.