La Fnsi sollecita il Governo e il Parlamento ad assumere provvedimenti di sostanza per il rilancio e lo sviluppo

Editoria: sì al cambiamento, ma soldi alle imprese

Franco Siddi, segretario Fnsi

ROMA – La discussione sul decreto editoria che si apre al Senato è senz’altro molto interessante e parte da un provvedimento base che contiene linee di cambiamento. Non basta, tuttavia, a rassicurare un settore che alle incertezze delle trasformazioni in atto somma criticità aggravate dall’impoverimento delle risorse pubbliche disponibili per le testate non meramente commerciali.
Giornali in cooperativa, politici e di idee, delle minoranze linguistiche e delle comunità italiane all’estero, radio sociali stanno già pagando un prezzo troppo alto alla crisi e ai ritardi con i quali sono stati erogati i contributi di anni pregressi.
Le certezze finanziarie sul conto 2011 introdotte per iniziativa del sottosegretario all’Editoria, Peluffo, hanno portato una boccata di ossigeno. Le nuove regole in discussione – interessanti per la maggiore selettività dei criteri e il valore dato all’occupazione professionale – senza adeguata copertura finanziaria (per l’esercizio 2012, che è in corso, le politiche poliennali, allo stato attuale delle cose, prevedono solo 63 milioni di Euro) rischiano di restare un esercizio di corretta amministrazione pubblica e basta.
Senza risorse altre testate sospenderanno le pubblicazioni o chiuderanno. Il ricorso ai contratti di solidarietà è in continuo crescendo, unitamente alla Cassa integrazione, segni di una situazione di grave allarme.
La Fnsi sollecita il Governo e il Parlamento a dare la giusta considerazione a questi allarmi ad assumere provvedimenti di sostanza perché si possa affrontare il capitolo rilancio e sviluppo. L’informazione è un bene percepito come immateriale ma è assolutamente considerato centrale per qualsiasi politica che voglia fondarsi sulla generazione di propositi e attività di sviluppo.
Il Sindacato dei giornalisti è disponibile a confrontarsi perché nodi centrali, come questi, per la ripresa del Paese siano sciolti affrontando le varie questioni con concretezza e scelte di sostanza.

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