
Gli stessi, quando avevano saputo della volontà della società editoriale di chiudere la redazione della Locride, avevano lanciato un appello per evitarlo o, quantomeno, rinviarlo in attesa di un incontro sull’argomento con le diverse rappresentanze interessate.
E’ caduto nel vuoto e non è stata presa affatto in considerazione la nota inviata all’editore e al direttore del Quotidiano della Calabria, a nome di tutti noi collaboratori poco più di dieci giorni fa.
Ora intendiamo rendere pubblica e diffondere quella nota, per rendere edotta l’opinione pubblica delle motivazioni che noi avevamo messe alla base della nostra richiesta per evitare lo smantellamento della stessa redazione.
“Abbiamo sentito, in via ufficiosa, che è stata decisa la chiusura della Redazione di Siderno.
Ci siano consentite alcune considerazioni che nascono esclusivamente da un sentimento forte che ci lega, che lega giornalisti e lettori, al Quotidiano della Calabria, e che scaturiscono anche delle azioni di strumentalizzazioni che qualcuno ha già cominciato a mettere in atto, anche al fine di scalfire l’immagine del giornale, di voi, di noi, ed arrecare danni di altro genere.
Chiudere una casa, un negozio, un’azienda, significa morire a qualcosa.
Chiudere una redazione significa chiudere non solo una speranza, ma vite dedite alla cultura, allo sviluppo intellettuale, volta a valorizzare e a potenziare tramite l’informazione l’etica e l’identità di questa terra della Locride.
Chiudere è spegnere l’attenzione sul mondo in piccolo che viviamo ma così tanto lacerato e bisognoso della cura dell’informazione. Di un punto di riferimento certo e concreto, quale era diventato l’Ufficio di Siderno. Informare è crescere. E’ disarmare l’ignoranza, l’indifferenza. E’ mobilitarsi quotidianamente verso il bene comune e verso la piena conoscenza dei fatti, spesso qui per mentalità e cultura taciuti, omessi, soffocati.
Riempire pagine di storia ordinaria, ferita, ma anche piena di attesa è per noi collaboratori una questione di coscienza che si radica in ideali di pace, di giustizia, e di concordia.
Perché scrivere per noi significa dare voce a chi non ce l’ha, a chi non può gridare le ingiustizie che subisce. E’ richiamare lo Stato ad essere presente. Recidere l’informazione cancellando con un tocco facile e comodo una realtà di qualità come la nostra Redazione è render omaggio al sistema di distruzione che vige ed impera senza scrupoli.
Sfregiare il volto dell’informazione sbarrando il futuro della Redazione è male che divide ed impoverisce, che rende deserto tutto ciò che tocca e imprigiona nelle sue logiche di potere, di profitto, di uso e abuso.
Mantenere aperta la Redazione rappresenterebbe per tutti la vittoria della libertà di pensiero e della collaborazione seria e convinta dei responsabili, dei corrispondenti, di tutti i cronisti, che finora hanno dedicato anima e corpo, tempo e danaro per mantenere in vita un luogo di professionalità alta e di riferimenti credibili e onesti, perché chi ha lavorato per questa Redazione ha agito sempre con rispetto delle norme del giornalismo offrendo non solo un prodotto di qualità ma anche la possibilità di confronto e di dialogo per formarci tutti alla scuola della dignità come uomini, lavoratori e persone che abitano la Locride con coraggio e speranza in un avvenire migliore, non di chiusure e sbarramenti ma di orizzonti che ci consentiranno come società di sopravvivere al buio della notte e della corruzione. Diciamo no alla morte. Diciamo sì ad una Redazione che ha operato sempre in vista di un progresso comune e condiviso.
Abbiamo la grinta, la passione, il diritto e il dovere di continuare!
Ed ora abbiamo anche la volontà di “autotassarci”, simbolicamente, per contribuire alle spese, pur di mantenere in vita la Redazione di Siderno.
Vi chiediamo, per le ragioni brevemente rappresentate, di ritornare sulla decisione di chiusura dell’Ufficio di Siderno e noi continueremo nell’azione di crescita e di arricchimento del giornale e del comprensorio intero.
Un cordiale saluto”.
Oggi, purtroppo, quella redazione, quella con sede a Siderno, non esiste più.
I Collaboratori della Locride
del Quotidiano della Calabria