Il senatore Vincenzo Vita d’accordo con la Fnsi sulla vicenda “Il Manifesto”, chiede l’intervento del Governo e bacchetta la Fieg

“Editoria, evitiamo che la riforma avvenga in un cimitero”

Vincenzo Vita

ROMA – “Bene ha fatto la Fnsi ad esprimere grande preoccupazione per la situazione davvero grave in cui versa il Manifesto, quotidiano con tanta storia e di così alta qualità rischia di essere in balia degli eventi”.
Lo afferma il vicepresidente della Commissione Cultura del Senato, Vincenzo Vita (Pd), denunciando che “dopo la messa in liquidazione coatta, i liquidatori hanno incredibilmente interrotto il confronto con il sindacato dei giornalisti”.
“Non ci sono indicazioni – sottolinea Vita – chi lavora non percepisce la retribuzione e la cassa integrazione è stata sospesa. Non si può assistere inerti ad una vicenda come questa. E’ urgente che i ministeri competenti battano un colpo perlomeno per ristabilire la correttezza del dialogo e definire con le rappresentanze un percorso di uscita dalla crisi”.
Il senatore Vita ha, inoltre, commentato il rapporto sullo stato dell’editoria in Italia, recentemente presentato dalla Fieg. “Il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, ha svolto – evidenzia il senatore Pd – un rapporto certamente interessante sullo stato dell’editoria. Non ha, purtroppo, evitato di incorrere in una contraddizione piuttosto rilevante: da una parte, lamentare la diminuzione delle vendite dei giornali e dall’altra auspicare l’abbattimento del fondo editoria. Quest’ultimo è anche destinato ai giornali politici, ma è dedicato complessivamente alle testate cooperative e di movimenti di opinione che, per loro natura, non possono sottostare alle pure leggi del mercato dominato da grandi concentrazioni editoriali”.
Il parlamentare del Pd ricorda che “tra l’altro, molto spesso, i giornali politici hanno una storia e una consistenza di tutto riguardo. Siamo i primi a sostenere – e lo facciamo anche in un disegno di legge in corso di presentazione – criteri rigorosi e trasparenti per la gestione delle risorse pubbliche. Le vendite effettive e la quantità dei contratti lavoro devono diventare punti di riferimento per la valutazione di coloro che hanno diritto del sostegno dello Stato. Anche vicende recenti hanno dimostrato patologie gravi da superare. E non vogliamo più che si ripetano ancora casi tanto sgradevoli”.
“Per questo – afferma Vincenzo Vita – proponiamo alla Fieg un confronto su tali temi, emersi tra l’altro nel corso di una utile audizione del sottosegretario Peluffo, il 18 aprile scorso al Senato. E’ bene, insomma, non fare di tutta l’erba un fascio e tutelare l’occupazione di chi lavora nelle redazioni che stanno attraversando momenti gravi di difficoltà. Già alcune testate hanno chiuso. Si deve evitare che la riforma avvenga in un cimitero”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *