Dopo tre giorni di discussione, il Consiglio nazionale dell’Ordine approva un documento che ridà dignità ai pubblicisti

Giornalisti: “linee guida” tra veleni e gratuite accuse

Enzo Iacopino

Maurizio de Tilla

ROMA – Dopo tre giorni di polemiche e di veleni, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha approvato senza alcun voto contrario, ma con diversi consiglieri che non hanno partecipato alla votazione uscendo dall’aula, le linee guida “per una riforma dell’ordinamento giornalistico, alla luce delle novità introdotte dalle legge 148/2011 e successive modificazioni”.
“Linee guida” che, secondo l’Odg, “sono il punto di arrivo di un percorso decennale di autoriforma”. Un testo che ridà dignità ai pubblicisti grazie ai fondamentali emendamenti firmati dal consigliere nazionale Maurizio de Tilla. “Un’autentica retromarcia”, è il commento più diffuso, a tutela di quanti contribuiscono a riempire di contenuti, anche sino all’ottanta per cento, i nostri giornali.
De Tilla, consigliere nazionale della Campania, si è persino concesso il lusso di ricevere, in apertura della riunione di ieri, le pubbliche scuse del presidente Enzo Iacopino che, il giorno prima, l’aveva accusato di dire il falso. De Tilla aveva, infatti, contestato la presentazione in aula di un documento diverso da quello licenziato dal gruppo ristretto incaricato di tracciare le “linee guida”.
Le accuse di Iacopino hanno tolto il sonno all’avvocato, ma il giorno successivo gli hanno donato la soddisfazione della pubblica ammenda dello stesso presidente che, cospargendosi il capo di cenere, è stato costretto a chiedere scusa.
Non contento, al testo approvato dal Consiglio nazionale il presidente Enzo Iacopino ha voluto allegare una nota nella quale afferma che “il Cnog ringrazia tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questo risultato e, in particolare, la Fnsi per l’apporto fornito nel mezzo dei lavori e che ha offerto al Governo l’immagine di una categoria coesa a tutela delle libertà d’informazione”.
Una nota, probabilmente nelle intenzioni dell’estensore, di carattere “ironico”, ma chiaramente di tenore e di contenuto completamente diversi da quelli – fuori luogo – usati ieri mattina in Consiglio nazionale.
Nel commentare il documento sulla riforma approvato dalla Giunta Esecutiva della Fnsi, Enzo Iacopino ha detto: “E’ una volgarità, è un tentativo mafioso, tentativo d’intimidazione nei riguardi del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti”.
Affermazioni che si commentano da sole e che impongono una seria riflessione. Alla categoria, stanca di sentire predicare bene e razzolare male, ed alle maggioranze che governano gli istituti di categoria dei giornalisti, che non possono più continuare a marciare a vista solo per non rischiare di rompere equilibri già ridotti a pezzi.
Quanto alle “ingerenze” tra Ordine e Sindacato, le cronache e la propaganda dei mesi scorsi parlano chiaro: c’è chi si doveva occupare di difendere l’Ordine, e soprattutto i pubblicisti, ed è rimasto alla finestra a guardare, e chi, invece, si è occupato di materia sindacale e previdenziale – addirittura formando apposite commissioni – senza averne titolo.
Quel che è certo è che il sindacato dei giornalisti sarà sempre al fianco dei giornalisti, professionisti o pubblicisti che siano, per difenderne la dignità professionale e, soprattutto, umana.
Questa categoria ha bisogno di regole certe, ma anche e soprattutto di rispetto dei  ruoli che, naturalmente, vanno affidati a persone serie, competenti, serene ed equilibrate. Le linee guida dell’Odg

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