La Fnsi sconcertata dalla grave scelta dell’editore di chiudere a prescindere dai contributi per l’editoria

Liberazione: ingiustificata resa senza condizioni

ROMA – “I tagli all’editoria e non solo. La progressiva e drastica riduzione dei fondi, la continua incertezza della loro entità, l’indeterminatezza delle cifre negli ultimi anni avevano già messo a dura prova la possibilità di resistenza di molte testate, e tra queste «Liberazione», storico giornale del partito della Rifondazione Comunista. Ma ora la decisione di chiudere la pubblicazione a partire dal primo gennaio da parte dell’editore del partito della Rifondazione comunista, Mrc, suona come una ingiusta condanna a morte”.
Lo afferma la Federazione Nazionale della Stampa, secondo cui “suscita sconcerto la grave scelta che fa piazza pulita di un’esperienza editoriale significativa nella diffusione delle grandi idee politiche, della cooperazione e dei posti di lavoro di decine di famiglie di giornalisti, poligrafici e impiegati”.
La durezza della determinazione a chiudere con il 31 dicembre, espressa oggi di nuovo dall’editore in sede sindacale, non trova giustificazione neanche nella più grigia e cupa decisione dei tagli dei fondi all’editoria. E’ una rinuncia e nello stesso tempo, per come è espressa, una sorta di infanticidio plurimo di figli considerati “illegittimi”.
L’offerta dei giornalisti e di tutto il sindacato di proseguire l’attività e salvare i posti di lavoro con ulteriori, grandi, sacrifici (oltre quelli fin qui affrontati attraverso contratti di solidarietà pesanti), non è stata accettata dall’editore che aveva già deciso tutto prescindendo, evidentemente, dagli esiti di un confronto fra le parti sociali che è stata, invece, considerato solo un mero passaggio burocratico.
Non vale neanche la considerazione che “ormai tutti nel partito della Rifondazione Comunista sono in cassa integrazione”. Quasi che aggiungere questa condizione senza via di uscita a colleghi di lavoro ormai stremati da anni di dedizione, ben oltre gli obblighi di un contratto, fortemente motivata da un desiderio, che si pensava comune, di assicurare innanzitutto la sopravvivenza della testata, fosse una giustificazione.
“Non basta neppure – afferma la Fnsi – l’annuncio che “Liberazione” continuerà a far sentire la sua voce su internet o in altre forme temporanee, cogliendo risorse dal volontariato politico e da pochissime attività professionali, inferiori comunque alle dita di una mano. Non ci siamo proprio”.
La Fnsi denuncia “una sorta di tradimento d’oneri e di impegno civile per le giuste battaglie volte a trovare le strade più idonee per la sopravvivenza dei giornali politici e di idee, delle voci delle minoranze e delle testate cosiddette deboli e cooperative”.
La Fnsi con l’Associazione Stampa Romana è, e resta, vicina ai colleghi assicurando loro tutte le azioni possibili di solidarietà e sostegno sindacale e morale per la legalità e la migliore tutela dei loro diritti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *