ROMA – I giornalisti, in materia di previdenza, hanno un solo “privilegio”: quello di guardare da tempo con attenzione alla sostenibilità dei conti per le future pensioni, ai giovani che sono indietro, precari e con stipendi incerti, a tutte le azioni possibili per rimettere in moto il mercato del lavoro. Lo fanno da tempo ispirandosi alla lezione di un grande statista ed economista liberale, Luigi Einaudi: “Conoscere per deliberare”.
Proprio facendo tesoro di questa lezione, la Fnsi, nel luglio scorso, con la Fieg, dando un senso compiuto alle previsioni di legge sulle Casse autonome di previdenza, ha stipulato un accordo per la messa in sicurezza dei conti previdenziali dei giornalisti e l’Inpgi, l’Istituto di categoria, ha tempestivamente adottato una opportuna riforma, approvata dal Ministero del Lavoro e dell’Economia.
I Ministeri, dai quali su materie cosi delicate è lecito attendersi una continuità istituzionale, l’hanno giudicata apprezzabile e positiva.
L’emergenza, a volte, non aiuta a trovare il modo di vedere bene come stanno tutte le cose. Capita ai giornalisti nel loro lavoro quotidiano. Oggi, forse, è capitato anche al Ministro Fornero, secondo la quale anche la Cassa dei giornalisti “ha problemi di sostenibilità”.
Non è cosi, a meno che il Governo non voglia cambiare completamente i dati di valutazione, come appare da una norma contenuta nella manovra finanziaria che modifica l’asticella degli indici di sostenibilità escludendo i valori patrimoniali. Cosa che non viene chiesta a nessuno, neanche all’ente pubblico che, se solo fosse richiesto di una sostenibilità come quella sollecitata agli istituti privati, dovrebbe dichiarare default.
Ebbene, l’Inpgi con la manovra di luglio ha messo i conti in ordine prospettico, certificato dai Ministeri vigilanti, per 50 anni, aumentando la contribuzione e aumentando l’età pensionabile. Non solo: l’Inpgi continua a pagare ingenti costi di ammortizzatori sociali, esonerando lo Stato.
Sono convinto che l’impegno preso dal Ministro di dedicare ad un apposito incontro l’esame di questa situazione e dei problemi del mercato del lavoro dei giornalisti aiuterà un processo democratico di giusta considerazione di tutte le questioni sociali del settore.
Non lasceremo nulla di intentato per dare un senso ancora più compiuto alla lezione einaudiana.
La Fnsi dal canto suo, dopo 100 anni dal primo contratto di lavoro, continuerà ad avere paziente cura dei diritti sociali della categoria, mai scambiabili come privilegi.
Il segretario della Fnsi, Franco Siddi, replica ad Elsa Fornero per la quale “l’Inpgi ha problemi di sostenibilità”