Nell’insultante “toccata e fuga” del ministro alla Fnsi, accuse gratuite alla categoria e all’Inpgi

Elsa Fornero: vergognoso attacco ai giornalisti

Elsa Fornero e Franco Siddi

Andrea Camporese

ROMA – Una vergogna. Non potrebbe definirsi altrimenti l’intervento del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, alla celebrazione del centenario del primo contratto collettivo di lavoro giornalistico, promossa a Roma dalla Federazione Nazionale della Stampa.
Accolta forse con eccessiva reverenza, con la supponenza propria della maestrina che sale in cattedra per bacchettare gli scolaretti discoli, alle 13.10 Elsa Fornero ha fatto irruzione nella sala “Walter Tobagi” chiedendo subito una “tregua fotografica” alle decine di fotografi e cineoperatori che invadevano la sala anteponendosi alla platea.
Pudico atteggiamento dettato da eccessiva modestia? Anche se la richiesta è stata accompagnata “dall’abitudine di guardare l’aula in faccia”, mutuata dalla sua professione d’insegnante, la mossa della Fornero è apparsa, invece, come il gesto teatrale del prim’attore che vuole richiamare l’attenzione su di sé.
L’attenzione l’ha, infatti, richiamata al punto tale da lasciare “stupefatto” il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, che ha avuto modo di respingere al mittente le assurde dichiarazioni soltanto dopo l’insultante “toccata e fuga” del ministro.
Il segretario generale, Franco Siddi, nel tentativo di comportarsi con la signorilità propria del padrone di casa, ha, infatti, ingenuamente finito per offrire un’immagine della Fnsi quasi servile e rinunciataria, quando ha ringraziato la Fornero “per il dialogo aperto” e “per le parole che ha detto”.
Probabilmente non ha avuto la prontezza di cedere immediatamente la parola a Camporese, né ha voluto apparire scortese in un’occasione nella quale di scortese c’è stato soprattutto il comportamento di un ministro della Repubblica che, oltre a non aver rispettato le più elementari regole dell’ospite, si è lasciata andare ad attacchi e considerazioni che hanno spiazzato anche i suoi più stretti collaboratori.
Se poco prima il presidente della Casagit, Daniele Cerrato, aveva confessato di non vedere l’ora di incontrarla “perché, per ora, sappiamo solo che piange”, con il suo intervento Elsa Fornero ha mostrato il suo vero volto di gelida e spietata picconatrice dello Stato sociale.
Nel porgere il suo “saluto e richiamo” ai giornalisti invitati a “sforzarsi a guardare lontano”, il ministro del Lavoro ha sostenuto che la sua riforma “non è fatta solo di tagli, anche se ci sono e non sono pochi e impongono sacrifici”.
Tentando di difendere a spada tratta un intervento – a suo dire – di “equità, anche se “può avere delle imperfezioni”, la Fornero ha subito attaccato il contratto di lavoro giornalistico affermando che “dopo 100 anni richiede qualche revisione perché le cose cambiano” e “certi privilegi sono legati alla vicinanza al potere politico”.
Parole offensive e tutt’altro che celebrative da parte di un ministro che non ha certo scandalizzato per aver detto ai giornalisti di stare “sperimentando la durezza di un mondo che non fa sconti a nessuno”, o che “se i sacrifici li fanno i lavoratori della Fiat, perché non dovrebbero farli i giornalisti?”.
Ha scandalizzato per le sue affermazioni gratuite e destituite di ogni fondamento. Ha cominciato elogiando l’Inps, “che ha appena inviato 100 mila estratti contributivi agli italiani”, ignorando che per l’Inpgi è la prassi. Quindi, ha affondato la lama sul suo chiodo fisso del sistema previdenziale “contributivo per tutti”, sferrando un gratuito attacco all’Inpgi reo, a suo dire, sia di non essere “trasparente sui dati”, sia di avere problemi di sostenibilità come tutte le altre casse professionali”.
Affermando che “il Governo ha il dovere che queste casse vengano amministrate bene”, Elsa Fornero ha detto che “nessuno può chiamarsi fuori da questo riordino del sistema previdenziale”.
Un violento attacco, quello del ministro più picconatore, che ha lasciato tutti sbigottiti e offesi e, nonostante avesse esordito chiedendo “trenta minuti per spiegare bene la riforma”, dopo pochi minuti ha abbandonato la sala, accompagnata, oltre che dal ringraziamento “per le parole che ha detto”, da una timida difesa dell’Inpgi da parte di Siddi che, molto pacatamente, ha ricordato “il varo della riforma da parte dell’Istituto” e sottolineato “l’errore di pensare che il mondo del lavoro pensa di poter vivere col precariato”.
“Sono stupefatto delle parole del ministro – ha detto Camporese – che non sa di cosa parla. I ministeri vigilanti hanno appena approvato la riforma dell’Inpgi con atti formali. Parlare, quindi, di esaurimento di patrimoni non ha alcun senso, ma è solo una provocazione dettata dalla totale mancanza di conoscenza dei temi. Se si dicono cose sbagliate, il gioco sarà molto duro.
Siamo vigilati da ben nove soggetti diversi che hanno sempre avuto modo di certificare che i nostri conti sono pubblici e trasparenti. Ma di cosa parla il ministro Fornero? Conosce le leggi di questo Paese? E’ un’affermazione che lascia sbigottiti. Risponderemo con i fatti, i numeri, le idee e un contrasto molto pesante.
Se si vuole arrivare alla provocazione, risponderemo puntualmente con i fatti, certi che nessun tribunale della Repubblica potrà avallare queste scelte. Non si viene qua ad offendere. Totale chiusura al confronto, che non sta nella logica della democrazia. Senza confronto c’è lo scontro e noi ci tuteleremo in tutte le sedi”.

Un commento:

  1. Mimmo Falco (Giunta Esecutiva Fnsi)

    L’intervento del ministro Elsa Fornero, tenuto nella sede della Fnsi, conferma quanto da tempo il collega Carlo Parisi ed io stiamo affermando nelle riunioni di giunta federale. Cioè l’esistenza di un progetto tendente a dividere e ad indebolire tutte le strutture della nostra categoria. Ci troviamo al cospetto di una serie di iniziative protese a scardinare l’unità delle nostre rappresentanze. Ordine, Inpgi, Casagit e Sindacato sono al centro di un vero e proprio piano di smembramento. L’artificiosa e strumentale divisione tra professionisti e pubblicisti, voluta e fomentata da qualche “cavallo di troia”, fa diminuire fortemente la nostra capacità di contrattazione e ci relega in una posizione di subordinazione nei confronti della controparte. Prima del ministro Fornero, è stato il sottosegretario all’editoria Malinconico, sempre nella sede della Fnsi, ad illustrare le idee guida del Governo sui contributi ai giornali, una posizione che penalizza le testate già in difficoltà. In sintesi, il sindacato deve cambiare marcia, deve diventare il contro altare del Governo, senza sì e senza ma. Deve riprendere il ruolo guida di tutta la categoria, mettendo fuori gioco quanti, invece, stanno cercando di salvare solo le loro personali posizioni.

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